Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      684 KOMAma gli è rarissimo che la topografica loro connessione possa essere tracciata. Tra i latori letterarii sulla topografia di Roma merita certamente il primo posto la più fiate citata Notitia, il cui titolo intiero si è: Notitia Dignitatum utriusque imperii, od anche in parttbus Orientis et Occidentis, almanacco, annuario o calendario statistico, che dir si voglia, del romano Impero, la cui descrizione di Roma non forma che una piccola porzione od appendice. Non può essere più recente del regno di Costantino, nou esseudovi nominata alcuna chiesa cristiana, nè facendosi cenno di alcun edifizio posteriore a cotesto imperatore; e non può essere neppur anteriore, seudovi nominati molti edifizi del ut secolo, e perfino alcuni di Costantino. Sembra che avesse per iscopo di nominare i principali edifizi od altri oggetti cbe segnavano i confini delle diverse regioni ; ma nou si può ammettere che siasi sempre osservato nella loro euumerazioue l'ordine in cui si succedevano. Cotesto almauacco, o piuttosto catalogo, giunse a noi in varie forme ; ed una delle più semplici e geuuine pare sia quella che s'intitola: Curiosum Urbis Romce Regionttm XIIII eum Breviariis suis, il cui manoscritto sta nel Vaticano. Vi sono inoltre altri due cataloghi dei così detti Regionarii Publio Vittore e Sesto Rufo, che furono reputati fino ai tempi più receuti verameute genuini, e formarono la base principale dei lavori de* topografi italiani, ma ora sono giudicati apocrifi, ed il Buubnry ne addusse le ragioni iu un suo scritto inserito uel Classical Museum (voi. ni, p. 373). Le altre fonti autentiche ed originali sulla topografia di Roma consistono in poche notizie conservateci da alcuni viaggiatori ed altre persone del medio evo. Uno de' principali tra cotesti documenti si è una raccolta d'iscrizioni e d'itinerarii alle chiese principali di Roma, scoperta dal Ma-billon nel monastero di Einsiedlen, e perciò l'autore viene comunemente citato col titolo di Anonimo di Etu8iedlen (Anonymus Einsiedlensis). Sembra che siffatto lavoro appartenga all'età di Carlo Magno, ed è certamente più antico della città Leonina, e quindi auteriore alla metà del ix secolo. Fu pubblicato nel iv volume degli Analecta di Ma-billon ; ma poscia con maggior correttezza, secondo l'emendazione di Gustavo Haenel, nelYArchiv fiìr Philologie und Pàdagogik (voi. v, p. 115). Negli Itinerarii vengono nominati gli oggetti precipui a destra e sinistra delle vie, sebbene posti talvolta a considerevole distanza. 11 trattato che addiman-dasi Mirabilia Romce, premesso al Chronicon Ro-tnualdi Salernitani in un manoscritto che conservasi nel Vaticano e che appartiene al secolo xii, sembra essere stato il primo tentativo di una descrizione regolare dell'antica Roma. Fu desso compilato colla scorta di notizie statistiche, di narrazioni degli Acta Martyrum, e di popolari leggende. Comparisce con variazioni nel Liber Censuum di Cencio, ed in molti successivi manoscritti, e fu stampato fin dal secolo xvi; incontrasi in Mont-faucon (Diarium Ital., p. 288), e nel Nibby (Effemeridi letterarie, Roma 1820, con note). Un libro che viene attribuito a Martino Polacco (Martinus Polonus), ed appartiene probabilmente alla seconda parte del secolo xm, sembra essere stato princi-
      palmente fondato sui Mirabilia ; anche nell'opera De gestis regum Anglorum (lib. iv) di Guglielmo di Malmesbury rinvengonsi notizie di alcune delle porte di Roma. Il fiorentino Poggio Bracciolini rivolse con molta attenzione i suoi studii anche alle romane antichità; ma la sua descrizione di Roma, come esisteva questa a' suoi tempi, non è che uno sbozzo, elegante però, erudito e commovente; trovasi nel i libro della sua opera intitolata De varietate fortunce Urbis Romce, e poi nel Sallengre (Nov. Thes. Ant. Rom., voi. i, p. 501); ne fu pubblicata eziandio un'edizione separata iu Parigi nel 1723. Il suo predecessore Petrarca notò ancb'egli alcuni particolari sullo stato della città ai suoi tempi, ma con poca critica. Fu più accurato ne' suoi scritti Ciriaco Anconitano (Kiriacus Anconitanus), che ci lasciò un Itinerario (Itinerarium), pubblicato in Firenze nel 1742, che contiene molte iscrizioni ed annotazioni raccolte da lui in Roma, meutr'era compagno di viaggio dell'imperatore Sigismondo, ed andava visitando la grande metropoli, dove dimorava allora anche il testé citato Poggio. Sono queste le precipue fonti originali della topografia di Roma, sui monumenti della quale esistono oggi innumerevoli opére, di cui non porgeremo qui un lungo elenco, limitandoci a citare le principali. Il primo trattato regolare sulle antichità di Roma si fu quello di Bioudo Flavio (Blondus Flavius) dal 1388 al 1463, uomo ad un tempo e di affari e di lettere. La sua opera Roma instaurata, passo gigantesco nella romana topografia, fu stampata da Froben in Basilea, nel 1513, in foi.; n'esci poi in Venezia, nel 1548, una traduzione italiana di Lucio Fauno, ma imperfetta. Verso la fine del secolo xv Giulio Pomponio Leto (V.) fondò la Romana Accademia per promuovere gli studii sulle antichità romane. Ne porse altrui l'esempio raccogliendo con ardore le antiche iscrizioni ; ma si lasciò trasportare dalla sua smania tanto, che non si fece schivo d'inventarne, quando non ne potea rinvenire, e viene perfino accusato di aver fabbricata l'iscrizione della statua di'Clau-diano, scoperta nel fòro di Trajano (Tiraboschi, Stor. della letter., voi. ii, 1. iv). Il suo libro De Romance Urbis vetustate è senza critica e di poca entità; Giano Parrasio (Janus Parrhasius) aveva pubblicato poco prima il Pseudo-Vittore. Comparvero contemporaneamente i Collectanea de Urbe Roma del vescovo Fabricio Varrano, compilazione tratta per la massima parte dal Biondo, e pubblicata, al pari del libro di Leto, nella Raccolta del Mazocchi (Roma 1515, iu-4°). Bernardo Rucellai, amico di Lorenzo de' Medici, aveva incominciato uua descrizione di Roma, a commento del così detto Vittore; non fu mai condotta a termine, ed il manoscritto, ch'è di molto pregio, fu edito per la prima volta fra i Fiorentini Scriptores, in un'appendice alla Raccolta del Muratori (voi. n, pag. 755). Successe poi l'opera Antiquitates Urbis Romce di Andrea Fulvio (Roma 1527, in-fol., e Brescia 1545, in-4°;, e fu uu gran passo innanzi. L'autore erasi procacciato da Raffaello uno schizzo delle quattordici regioni , secondo ch'egli stesso le aveva ristabilite; ma pare cbe nou siasi conservato. Nel 1534 il milanese Bartolomeo Maritano pubblicò la sua
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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