Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROMAservizio de'plebei più agiati e degli stranieri, quelli che stavano a disposizione dei varii funzionarii municipali, e gli esercenti arti e mestieri: si avrà cosi per tutta la popolazione schiava la cifra di 800,000, e per conseguenza per l'intera popolazione di Roma 2,045,000 abitanti. Rilevasi dalla Notitia e dal Cu-rìosum, che le isole ascendevano in Roma a 46,602, ed i grandi alloggi, i palazzi de' ricchi e magnati (domus) a 1790, oltre ai bagni pubblici (balnea), ai lupanari (lupanaria), agli stabilimenti militari, di polizia, ecc. Ammettendo che le isole abitate, attesi i ristauri ed i vuoti di parecchie, fossero solo 40,000, ed i palazzi, per la stessa ragione, soli 1500, con 50 persone in media per ciascuna abitazione, avrebbesi la cifra di 2,075,000 abitauti, di poco discordante dalla precedente (Bunsen, Beschreibung der Stadt Rom, i, p. 183; Dureau de la Malie, Economie politique des Romains, i, p. 340; Mommsen, Die Rómischen Tribus, p. 187; HSck, Rómische Geschic., i, pt. il, p. 383; Zumpt, Ueber den Stand der Bevólkerung in Alterthum, Berlino 1841 ; Gibbon, Decline and Fall, voi. iv, pag. 87).
      Conclusione. — Io cento luoghi dell' Enciclopedia hannosi notizie spettanti alle istituzioni romane sì antiche che moderne, si sacre che profane. La serie dei re e degli imperatori, quella dei pontefici, le famiglie illustri, le arti belle, le pinacoteche e le biblioteche, le colonne e le statue, l'archeologia pagana e cristiana, tutto insomma che si riferisce alla città maravigliosa è sufficientemente adombrato qua e là; e le Tavole iucise in rame, del pari che fintagli in legno intercalati nel testo servouo a recar luce e porre in evidenza le bellezze della grande metropoli dell'universo; nè al lettore dovrà parere scarsa la presente monografia. Città di Marte, dei consoli, dei cesari, degli Apostoli e dei sommi pontefici loro successori; città regina del mondo, capitale dell'orbe cattolico, città eterna, città mirabile, città dei monumenti, città delle arti, Rerum pulcherrima Roma (Virg., Georg., n, vs. 534), salve/ Noi non abbiamo che appena appena descritto l'esteriore apparenza delle cose; ma qual potenza di parola può mai esprimere l'incantesimo e l'estasi religiosa che induce nell'animo l'aspetto dei tuoi monumenti, delle tue basiliche, degli obelischi, delle colonne, delle magioni? Chi può ritrarre il sublime che emerge dal contemplare il Colosseo, il Foro, le Terme, il Vaticano, le Catacombe? Noi couchiuderemo colle parole di Plinio (i, 16): Abi; nuncia Romanis, Celestes ita velie, Vi mea Roma caput orbis tsrrarum sit.
      Bibliografia. — Lungo sarebbe il citare tutti gli autori che scrissero pregevoli libri sulla topografia di Roma, e perciò ci limiteremo ad indicare le fonti principali a cui attingere e per i monumenti ancor superstiti, e per i molti che miseramente perirono. Fra coteste fonti vanno noverate precipuamente le antiche iscrizioni, fra cui primeggia il così detto Marmo o Monumento Ancirano (Mar-mor, Monumentum Ancyranum. V. Andra), o&sia il testamento di Augusto, scolpito in caratteri latini sui lati interni degli stipiti del tempio eretto a lui ancor vivente, in Ancira. Fu parecchie volte ftainpato e commentato, ma la migliore edizione iche ne sia stata fatta si è quella di Berlino del 1845, in-4°, colle correzioni di Franz e col commento di Zumpt. Altra preziosa iscrizione, sebbene di minor valore assai della or mentovata, si è quella che chiamasi la Base Capitolina (Basis Capitolina. Gruter., ccl), contenente i nomi delle vie di cinque regioni (la, 10*, 12a, 13* e 14*), i cui curatori e capivia avevano eretto un monumento all'imperatore Adriano. Accanto a queste vanno ricordati i frammenti dei Calendarii rinvenuti in varii luoghi, che riescono sovente molto utili per le indicazioni dei siti de' tempii in cui erano stati celebrati alcuni sacrifizi. I marmi originali di cotesti frammenti scomparvero per la massima parte, e quindi le loro iscrizioni non esistono più che nelle copie manoscritte. Uuo dei monumenti più antichi di cotesta specie sono i Fasti dei Maffei od il Calendario Maffeano (Fasti Maffeorum, Calendarium Maffeanunv, detti cobì per essere stati conservati nel palazzo Maffei. Tranne poche lacune, contiene desso tutti i dodici mesi ; ma quelle poche notizie c he ancor vi si riscontrano, oltre alle feste principali, si riferiscono principalmente ad Augusto. Vengono poBcia per la loro entità i Fasti Prme-stini ( Fasti Prcenestìni), scoperti a Preueste (Prteneste, oggi Palestrina) nel 1774. Verrio Fiacco, il celebre grammatico, aveva ordinato ed annotato cotesto calendario, lo aveva fatto scolpire in marmo e collocare nel fòro di Preneste; non ne rimasero superstiti che soli quattro o cinque mesi, ed anche questi in cattivo stato (Svet., 111. gramm., c. 17). Il Calendario Amiternino (Calendarium Ami ter-ninum) fu chiamato così perchè scoperto nel 1703 ira le rovine dell'antica città sabinica di Amiterno; contiene i mesi da maggio a dicembre, ma non per intero. 11 calendario che s'intitola i Fasti dei Capranica (Fasti Capranicorum), fu così denominato perchè era stato conservato dapprima nel palazzo Capranica; coutiene gli iutieri mesi di agosto e settembre. Altri calendarii di simil genere sono essi pure YAnziatino (Antiatinum), il Venosino ( Venusinum, ecc.), ma ci basti l'averli accennati, per ricordare un altro documento lapidario, il quale è sgraziatamente però in uno stato così imperfetto, che serve Rovente piuttosto ad imbarazzare che ad istruire. È desso la Pianta Capitolina, consistente in uua grande pianta di Roma, intagliata in tante tavole di marmo, e dei tempi, in apparenza, di Settimio Severo, sebbene vi sieno varie aggiunte successive. Era stata scoperta dall'architetto Giovanni Ant. Dosi, durante il pontificato di Pio IV (1559-1565), sotto la chiesa dei Santi Cosma e Damiano< /strong>, dove, ridotta in tanti pezzi, serviva a coprire i muri. Ne diventò possessore più tardi il cardinal Farnese, presso la cui famiglia rimase dimenticata nel 1673, in 20 tavole, da Gio. Pietro Bt llort, bibliotecario della regina Cristina di Svezia, e successivamente alla fiue del iv volume del Thesaurus di Grevio. 1 frammenti originali si veggono ora incrostati sulla parete delia gradinata del Museo Capitolino; ma parecchi di cotesti pezzi andarono perduti, a cui ne furono sostituiti altri secondo i disegni del summentovato Bellori, ed indicati con un asterisco. Si ponno benissimo ravvisare su cotesti frammenti le piante di alcuni antichi ediiicii,
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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