Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROMA.
      vasi fra i due boschi (inter duos lucos) e non già Iutermonzio (Intermontium),coinè fu posteriormente appellato; conteneva un tempietto consacrato ad un nume ignoto, che cbiamavasi semplicemente il dio asileBco £<TuXat«x. Plut, Rom., 9). Disputasi ancora fra gli archeologi sulla precisa ubicazione della Rupe Tarpea (Rupes Tarpeia), ossia di quella parte della cima da cui preci pi tavansi i colpevoli. L'opinione prevalente fra i più antichi topografi si fu che dessa o su quella parte del colle che pende sopra la piazza Montanara, ossia all'estrema punta S. 0., oppure più in là all'O., in un cortile nella via di Tor de' Specchi, dove un precipitoso dirupo, abbastanza alto per cagionare la morte con una caduta da esso, porta tuttodì il nome di Rupe Tarpea. Indagini più accurate però dimostrarono che la vera Rupe Tarpea dev'essere stata dal lato E. sopra Santa Maria della Consolazione (Dureau de la Malie, Mémoiresur la Roche Tarpéienne, nei Mém. dell'Accad., 1819); i ceuto gradini (centum gradus) devono essere stati probabilmente vicino alla medesima, seuza che oggi se ne possa indicare il sito; anche l'incisione che porgiamo rappresenta soltanto la supposta rupe tarpea (fig. 5735),
      Fig. 5735. — Rupe Tarpea supposta.
      Foro e sue vicende ; via Sacra, Giugaria e Tosca; Comizio. — 11 Foro romano, grau centro delia vita e degli affari di Roma, era così strettamente uuito al Campidoglio, che subito dopo questo ne facciamo parola iu aggiuuta alle cose dette già altrove (V. Foro). Fu in origine una bassa conca vità, stendentesi dall'estremità E. del monte Capitolino fiuo al puuto in cui Velia comincia a salire presso gli avanzi del tempio di Antonino e Faustina; e parte paludosa, parte boschiva, su cui successe la grande battaglia tra i Romani ed i Sabini. Strettisi costoro in alleanza, diventò cotesto un luogo neutro, ad uso degli uni e degli altri, e fu ridotto in buona coudizione coli'atterramento del bosco e col bonificamento del padule. Ma il primo ordiuamento regolare di piazza o fòro l'ebbe appena sotto Tarquinio Prisco (614-578 av. Cr.). Lunga pezza si ritenne che la massima larghezza del Foro fosse tra il Capitolino ed il tempio di Faustina, e cbe si allungasse tanto al S. da traversare il Ve-labro ; ma negli scavi fatti tra il Campidoglio ed ilColosseo, nel 1827 e negli anni seguenti, in cui si scoperse parte del pavimento della via Sacra simile a quello che passa sotto all'arco di Settimio Severo, si poterono fissare i confini del Foro (Piale, Del Foro romano; Bunsen, Le For. rom. expliqué, p. 7). Altra parte n'era stata anteriormente scoperta durante gli scavi del 1742, davanti alla chiesa di Sant'Adriano, all'angolo E. della via Bonella, cbe Ficoroni ( Vestigio di Roma antica, p. 75) considerò giustamente appartenere alla via Sacra. Una linea prolungata per questi due tratti verso l'arco di Severo darà pei conseguenza la direzione della strada, ed il limite del Foro da questo lato. Ed anche il lato S. fu determinato non meno esattamente dagli scavi fatti nel 1835, quando fu scoperta la basilica Giulia, e di fronte a'suoi gradini un'altra strada lastricata, inchiudente l'area del Foro, che potevasi ben distinguere per le lastre di selce comune di cui era coperta. Continuava cotesta strada all'È., passava i ruderi delle tre colonne e del tempio di Castore, e poi proluugavasi ancora all'È., finché incontrava quel tratto di via Sacra cbe correva in direzione S., rimpetto al tempio di Faustina (oggi San Lorenzo in Miranda), e formava il coufiue E. del Foro. Quindi secondo l'opinione oggidì generalmente adottata, presentava il Foro una figura oblunga o piuttosto trapezoidale, lunga 220 e larga 66 metri nella sna massima ampiezza sotto il Campidoglio e eoli 15 alla sua estremità E. (Bunsen, Les Forum de Rome, p. 15). Eccone la pianta sotto la Repubblica (fig. 5736). Congiunta col Foro bì fu sempre ed in tutto la via Sacra, detta così per gli usi sacri cui era destinata, cominciando dal sacello della dea Strenia (Strenia), e procedendo fino alla ròcca o cittadella sul monte Capitolino. Portavansi per essa alcune religiose offerte, in ispecie la bianca agnella o pecora (ovis idulis), che sacrificavasi tutti gli idi a Giove sul Campidoglio, e per essa scendevano gli auguri dalla ròcca quando, compiuti gli augurii, recavansi ad inaugurare qualche cosa nella sottoposta città. Notevole inoltre si ò cotesta v ia Sacra< /strong> per l'uso introdottovi da Tazio, coetaneo di Romolo, che gli auguri gli dovessero portare ogni capo d'anno dei mazzolini di verbene dal bosco della detta dea: uso che conservasi nelle strenne odierne al principiare dell'anno, in cui i donativi non sono più di verbene, ma di oggetti preziosi o danari (Diouys., n, 46; Fest., p. 290; Varr., L. L.y § 47; Ovid., Fast., i, 56; Macrob., Sat. i, 1, 15; Paul. Diac., p. 104; Symn., Epist., x, 35; Cic., Leg., ii, 8; Tac., Ann., xn, 23; Lucian., Pseudol., 8). AI comignolo di essa, che dicevasi summa Sacra via (apice della strada), e forse nel sito occupato più tardi dal tempio di Veuere e Roma, sembra esservi stato nei tempi primitivi un mercato da frutta e probabilmente da ninnoli; e la salita dal Foro alla cima del monte Capitolino, dove termi-, nava appunto la Sacra via, cbiamavasi il clivo, il ! poggio Capitolino ( Clivus Capitolinus. Varr., R. R, ! i, 2; Ovid., A. A., il, 265; Propert., in, 17, Il ; Horat, Sat., i, 9; n, 3, 18; Epist., i, 1, 54). Dopo la via finora indicata le due più frequentate di Roma erano la Giugaria (vicus Jugarius) e la Tosca (vicus Tuscus), la prima detta così dall'altare sacro ! a Giunone congiungitrice (Juno Juga), preside alle
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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