Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROMAl'anno. La distanza totale da Roma alla bocca di di Fiumicino, misurata lungo tutte le sinuosià, talvolta molto notevoli, dell'alveo, computasi di circa chilometri 34.
      La marea del Tirreno varia da m. 0,20. a 0,50, ed è sensibile nel Tevere sino a 15 chilometri entro terra, verso Dragoncello, ed in casi di forti venti meridionali dicesi anche più oltre, sin verso l'Osteria di Malafede. L'acqua del fiume, se ne levi i tempi in cui mancano per molti giorni le piogge, è notevolmente intorbidata dalle materie terrose che vi recano i suoi grossi affluenti, onde il colore giallastro cbe gli valse l'epiteto di biondo. La qualità delle sue acque non è cattiva, almeno se prese superiormente alla città; tantoché anticamente, quando gli acquedotti mancavano, veniva usata per bere, bastando lasciarla prima posare per qualche giorno. Secondo l'analisi del Chimente , le materie saline sciolte nella medesima sarebbero meno di Vlooo- Il Tevere nutre assai pesci, alcuni dei quali indigeni, come il barbo e l'anguilla, altri invece avventizi, che vi entrano dal mare, come il cefalo, la spigola e grossissimi e delicati storioui.
      I servigi che da questo fiume così cospicuo di acque potrebbe attendere Roma, sono naturalmente la irrigazione e la navigazione. Tuttavia la pochissima elevazione del suo alveo, generalmente incassato nel fondo dell'angusta valle di erosione, di cui si fe' cenno dapprincipio, rende impossibile il condurle sulle grandi superfìcie dell'altipiano onde è costituita la campagna romana: e per altra parte l'estrema facilità loro ad ingombrare coi depositi terrosi i canali di mite pendenza mette grave ostacolo a condurle economicamente ad irrigare i terreni più bassi, ovvero a bonificare per colmatale vicine paludi. Oltrecchè, distraendo ora da codesto fiume volumi notevoli di acqua, ne verrebbe il suo regime disturbato, con danno speciale della navigazione, la quale, benché per se stessa di non grandissima importanza, è tuttavia uno dei maggiori benefizi che trae Roma dal Tevere. Come sopra è detto la navigazione è re a possibile dalla perenne portata del fiume, e dall'essere il suo regime assai beue stabilito. È opinione di periti idraulici che il suo regime, od almeno il pelo medio, non abbia subite notevoli variazioni dai primi tempi storici, come Io farebbero credere le riseghe dei piloni antichi, corrispondenti ancora di presente al pelo delle magre. Tuttavia la considerazione che, stante il protendimento delle foci, il fiume deve aver perduto alcun poco della sua pendenza, ed il fatto che la bocca della cloaca massima trovasi ora quasi accecata dalle acque ordinarie del fiume, inducono a ritenere cbe un certo rialzamento del pelo delle acque siasi verificato in qualche punto di Roma stessa. Ad ogni modo, non avrebbe oggidì tale variazione un effetto molto osservabile. La navigazione va distinta in due parti: quella superiore a Roma, e quella inferiore sino al mare. La superiore sì può estendere in certe stagioni sino quasi ad Orte con piccole barche o con zattere; ma veramente non è regolare che dopo ricevuto il Nera, cioè su circa 80 chilometri da Roma, corrispondenti a più di 100 secondo l'alveo. Tale navigazione serve a fornire la città dilegna, carbone, materiali di costruzione, fieni, grani, vino e derrate diverse, il cui «trasporto si fa in discesa, ossia secondo la corrente; al presente l'utilità di tali trasporti è assai diminuita, così per la poca manutenzione del fiume, come per la concorrenza delle ferrate. Si fa con barche o con navicelli a fondo piatto, che pescano al più in. 1,10, capaci persino di 40 a 50 tounellate. La discesa da Orte a Roma si compie in tre giorni su acque buone; ma è molto difficile risalire il fiume: lo scarico dei generi per Roma è allo scalo di Ripetta.
      Sotto Roma ricomincia la navigazione di contro alla grande calata di Ripa-Grande sulla destra del fiume, ove vedonsi con piacere ormeggiati piccoli piroscafi e navi a vela persino di 150 a 200 tonnellate. La profondità del fiume sotto Roma in acque buone varia da m. 2,20 a 6, però in acque magrissime si hanno molti punti con m. 1,20 Boi-tanto e che rendono impossibile la navigazione, salvo cou barconi piatti o con piccoli vaporiui rimorchiatori che pescano meno di un metro. Le sponde di sabbia argillosa alluviale sono soggette a notevoli corrosioni, ed ora si mantengono nei siti più esposti con piccoli pennelli di pali e gabbioni, che tuttavia non sempre bastano al fiue di guarentirle ed a contenere raccolto il filone della corrente. Vi sono poi parecchi meandri a svolta molto acuta, i quali in acque basse sono difficili assai di girare. La navigazione da Roma al mare potrebbe veuire alquanto agevolata mediante uua migliore sistemazioue delle spoude e qualche taglio che facesse evitare un pxjo di svolte, le più lunghe ed incomode. Vi sarebbe anche possibile il rimorchio col mezzo del tonueggio a cateua immersa, quando appunto si fosse rimediato alle maggiori tortuosità. Questo mezzo di trazione uei fiumi di Francia non costa più di lire 0,007 per tonnellata-chilometro, mentre il trasporto diretto sui piroscafi vi sale sino a lire 0,05 e più. L'importanza della navigazione del Tevere sarà sempre sottomessa alle difficoltà della sua foce al mare; la quale non solo è sempre più o meno inceppata dalla barra che vi si forma con le traversie marine, ma il mare stesso per vastissimo tratto lateralmente, e per qualche chilometro al largo vi è di poco fondo, variabile e pericoloso pei banchi che vi si formano continuamente, cagionando quindi il rapido avanzarsi della spiaggia. In tali condizioni sarebbe per lo meno dispendiosissimo il voler mantenere un porto di qualsiasi maniera. Pertanto, se a questa grave difficoltà si uniscano le acceunate, e tengasi conto della concorrenza che oggidì le ferrovie possono fare vantaggiosamente alle linee navigabili, se non sempre per il costo chilometrico, almeno per l'economia di tempo e la precisione del servizio, si può concludere che la navigaziooe del Tevere tra Roma ed il mare è pochissimo promettente. Nè in fatto di porti marittimi può Roma sperare di formarsene in vicinanza uno stabile e sicuro, quando pure fosse apparecchiata a spendere molto. Tutta la costa marittima che ne fiancheggia lo sbocco, dal Capo d'Anzio ul Capo Linaro, cioè per 59 chilom. al Bud e 50 al nord di quello, è tutta bassa e scoperta, con una spiaggia sottile,
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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