Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROHAN (CASA DI)
      ecclesiastica, fu prima vescovo di Canopo in par-tibus infidelium poi coadjutore di suo zio, Luigi C< scantino di Rohan, nella sede di Strasborgo. Dopo la disgrazia del duca di Cboiseul, egli ottenne l'ambasciata di Vienna. Il lusso smodato e la scandalosa sua condotta il posero in disfavore di Maria Teresa. Richiamato in Francia, fu nominato successivamente gran limosiuiere di Francia, abate di Saint-Waast (benefizio di 300,000 franchi di rendita), provveditore di Sorbona ed amministratore dello spedale dei Quinze-vingts. Allo stesso tempo ottenne, per domanda del re di Polonia Stanislao Poniatowski, il cappello di cardinale. Carico di debiti, nonostante le grosse rendite de'suoi impieghi, il principe di Rohau nou si mostrò pure molto savio nella sua privata condotta e nella scelta degli amici. Un ciarlatano per nome Cagliostro (V.) ed una ven-turiera, mad. La Motte (V.), divennero i suoi più intimi confidenti. Affascinato dai prestigi di quei due impostori, incaricossi di comperare, in nome della regina, dal giojelliere della Corte Boehmer, una collana di altissimo prezzo, di cui Maria Antonietta aveva ricusato l'acquisto l'anno precedente: ed a tal fine rimise allo stesso giojelliere uno scritto cbe portava promessa di pagare in quattro termini eguali, di sei in sei mesi, uua somma di 1.600,000 lire. Questo scritto, postillato a ciascun articolo con la parola approvato, era sottoscritto Maria Antonietta di Francia. Questa falsa sottoscrizione era opera di un Rétaux de Villette, complice dei due impostori sopra nominati. La collana fu rimessa a madama La Motte, che si era incaricata di consegnarla alla regiua, e che dichiarò averla la principessa ricevuta col massimo piacere. Ma costei e Cagliostro, dopo aver tolti dalla collana i diamanti che la componevano, li mandarono a vendere in Inghilterra. Veuuto il giorno del primo pagamento da farsi, Boehmer, non ricevendo la promessa somma, credette di dover scrivere alla regina; ed uua seria spiegazione tra questa ed il giojelliere rilevò il mercato concluso per mezzo del cardinale. Rohan, chiamato nel gabinetto interno di Luigi XVI, viene interrogato dal monarca in presenza della regina; confessa di essere stato crudelmente ingannato, e mostra una pretesa lettera della regina a madama La Motte, per cui le dava commissione di comperare la collana. Le questioni moltiplici cbe gli furono fatte confusero sommamente la testa del cardinale; ed il re gli permise di ritirarsi in una vicina camera per mettere in iscritto ciò cbe avesse a dire. In capo ad un quarto d'ora, avendo egli rimesso al re uno scritto cosi poco chiaro come le sue risposte, Luigi XVI lo fèce arrestare da un luogotenente delle guardie del corpo. Era il di 15 agosto, giorno dell'Assunzione. L'arresto del gran limosiniere, vestito de'suoi abiti cardinalizi ed in procinto di esercitare le sue funzioni, produsse tanto rumore, che venne biasimato da una buona parte della Corte, dove la famiglia del cardinale aveva molti amici e partigiani, come pure nel Parlamento, al quale il re stimò bene rimettere il giudizio di quell'affare. Il corpo episcopale voleva che, secondo i privilegi del clero, il vescovo di Strasborgo fosse giudicato da'suoi pari; e il papa Pio VI, in un breve diretto al re, voleva che, nella sua qualità
      di cardinale, Rohan non fosse giudicato da giudici secolari. Ma lo stesso cardinale aveva acconsentito al giudizio del Parlamento; e questo incominciò il suo processo che durò più di un anno, e il 31 di agosto del 1786 quel tribunale supremo, ad onta delle conclusioni dell'avv. generale Joly de Fleury, rimandò il cardinale assolto di ogni accusa. Quattro ore dopo cbe fu uscito dalla Bastiglia, Roban ricevette il comando di rimettere al re la sua rinuncia alla carica di gran limosiniere, la sua decorazione dell'ordine dello Spirito Santo, e di portarsi, come in esiglio, all'abbazia di Cbaise-Dieu in Alvernia. E880 aveva ottenuta la permissione di ritornare al suo vescovato di Strasborgo, quando fu eletto deputato pel clero del baliaggio di Haguenau agli stati generali nel 1789. Ammesso nell'assemblea dei tre ordini, riunita sotto il nome di Assemblea costituente, il 23 luglio del 1789, ad onta del rifiuto ch'egli aveva fatto qualche tempo prima di venire a prender seggio nella Camera del suo ordine, prestò il giuramento alla costituzione civile del clero. Ma poscia si separò dai partigiani della rivoluzione ed abbandonò l'Assemblea per ritornare uella sua diocesi. Ben tosto fu accusato di mantenere corrispondenze coi fuorusciti radunati sulla destra riva del Reno, di far pratiche contro la Francia presso la Dieta di Ratisbona, e di eccitare i fedeli della sua diocesi alla disobbedienza alle nuove leggi. 11 presidente dell'Assemblea costituente gli scrisse per ingiungergli di ritornare al suo posto; ed egli rispose offerendo la sua rinunzia, la quale non fu accettata. Alcuni mesi dopo dichiarò al pro-curatore-sindaco del dipartimento del Basso-Beno, ch'egli non poteva stabilire la costituzione civile del clero nella sua diocesi; che protestava e protesterebbe in ogni occasione contro ogni provvedimento contrario alla disciplina della Chiesa. Nel 1791, uu decreto dell'Assemblea nazionale gli ordinò di rendere i suoi conti dell'amministrazione dello spedale dei Quinze-vingts, nella quale narrasi cbe non si fosse molto onestamente comportato, e poco dopo un altro decreto di accusa fu proposto contro lui da Vittore di Broglio, per ragione della sua condotta contraria alla rivoluzione, in sulla riva destra del Reno, dove si era ritirato. Ma quest'ultima proposta fu rigettata, perchè Rohan aveva la qualità di principe dell'Impero. Da indi in poi il suo nome cessò di essere pronunziato nelle assemblee francesi. Privato della maggior parte delle sue rendite, il cardinale conducendo una vita modesta e frugale, si consacrò interamente all'amministrazione della sua diocesi, ridotta allora alla riva destra del Reno. Rinunziò al suo vescovato di Strasborgo dopo il concordato del 1801, e morì a Et-tenheim nel 1803.
      Enrico Luigi Maria, principe di Guemenée, nipote del precedente, nato a Parigi il 31 agosto 1745, morto in Allemagna dopo il 1807, fu nominato gran ciambellano di Francia, e menò una vita cosi fa-[ stosa, che soggiacque al pondo di debiti enormi e lasciò un deficit di circa trentatre milioni. Imprigionato per ordine del re, gli fu mosso un processo, , quando scoppiò la rivoluzione. Egli emigrò con la j moglie, che lo aveva ajutato a scialacquare, e più , non tornò in Francia.


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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