Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROBERTO I DI SCOZIA - ROBERTO II D'ANGIO*
      piè d'oca, e nessuno mangiava più col re nè lo serviva, tranne dae famigli, che gittavano ai cani i rilievi della sna mensa. Non resistè Roberto, e pellegrinò con Berta a Roma, ove durò sette anni in penitenza. Allora sposò Costanza, figliuola di Guglielmo III conte di Tolosa, bella e capricciosa, tutta fasto e bftlli e tornei secondo il genio dei suoi concittadini, ed insaziabile nelle vendette. Quando Roberto concedeva qualche grazia ad alcuno diceva: « Fate che non lo sappia Costanza! » La quale sovverti la Corte col suo umore imperioso e col voler alterare la successione a prò dei figli suoi prediletti ; dal che ne venne ribellione e guerre, che Roberto soffri come castigo della sua insubordinazione al genitore.
      Vedi Helgand, Abrégé de la vie du pieux roi Robert.
      ROBERTO 1, re di Scozia (biogr.). V. Brace.
      ROBERTO II (biogr.). — Re di Scozia, nato il 2 marzo 1316, morto il 19 aprile 1390, era il figliuolo unico di Walter Stuart e di Marjory, figliuola del re Roberto Bruce, e rimase orfauo nell'infanzia. Durante il lungo ed infelice regno di David II suo zio, Roberto rappresentò una parte importante. Dopo aver preso parte al disastro d'Halidon, si impadroni senza alcuna formalità della reggenza (1334) e governò quasi senza interruzione durante la minoranza e l'esilio del re. Nel 1335 conchiuse la pace con Edoardo 111, il nemico accanito della Scozia, a condizioni onorevoli, e nel 1346 combattè nella giornata infausta di Neville's Cross. Alla morte di David (22 febbraio 1371) fu riconosciuto re sotto il nome di Roberto II, e in virt$i della legge di successione adottata dall'assemblea degli Stati in Ayr. 11 suo regno fu turbato dalla guerra che riarse nel 1377 coli'Inghilterra. Nel 1385 gl'Inglesi sotto il comando di Riccardo li devastarono la Scozia fino a Edimborgo, e gli Scozzesi dal canto loro, d'accordo coi Francesi loro alleati, saccheggiarono sì fattamente il Cumber-land, che Riccardo li si affrettò a dare addietro. Nel 1388 la vittoria d'Otterbourne costò la vita a Douglas che la guadagnò; ma in quel turno Ro berto, oppresso dagli anni e dalle infermità, aveva ceduto al suo secondogenito l'amministrazione del regno ed erasi ritirato nel castello di.Dundonald, culla della sua famiglia. Ebbe da diie mogli sei figliuoli, il maggiore dei quali, Giovanni, gli suc-cedè, e dieci figliuole. Ebbe anche molte concubine e molti bastardi, ai quali accordò il dirittodi portare il nome di Stewart, divenuto poi così comune in Iscozia.
      ROBERTO III (biogr.). — Re di Scozia, figliuolo del precedente, nato verso il 1340, morto il di 4 aprile 1406 nel castello di Rothsay, s'ebbe dapprima il titolo di conte di Carrick. Nella sua gio ventù il calcio d'un cavallo l'aveva azzoppato, e questa infermità, unita al suo carattere buono e tranquillo, contribuì non poco a tirargli addosso il disprezzo dei suoi sudditi battaglieri. Egli cede la direzione degli affari di Stato a suo fratello minore Alessandro, conte di Fife, da lui fatto duca di Albauy uel 1398; per che l'autorità dei nobili diveune più forte di quella del re, e crebbe sì che in processo di tempo fu impossibile ai successoridi Roberto ristabilire le prerogative della Corona. La tregua conohiusa nel 1389 con gl'Inglesi fu rin-novellata a più riprese per lo spazio di dieci anni (1399); ma in quel tempo riarse la guerra e la Scozia fu desolata da due invasioni formidabili: nell'una (1400) Enrico IV devastò tutto il paese fino ad Edimborgo; nell'altra (1401-1402) i Percy riportarono ad Homildon-Hill una splendida vittoria sui Douglas. Il primogenito del re, David duca di Rothsay, erasi comportato in una maniera brillante; ma la rilassatezza dei suoi costumi e soprattutto l'ingiuria aveva fatto al conte di March, ricusando sposar la figlia di lui, cagionarono la sua rovina. Albany, d'intesa cou March, strappò a Roberto un ordine di arresto contro il giovune principe, il quale fu tratto nel castello di Falkland, ove perì di fame in età di ventiquatr'anni. Non rimaneva più che un figlio al re, il quale per sottrarlo alle macchinazioni del fratello Albany lo fece imbarcar per la Francia; ma la nave fu presa dagl'Inglesi, e l'erede della corona di Scozia fu chiuso nella Torre di Londra (1405). Questa notizia addolorò sì fattamente Roberto, che in capo a pochi mesi morì. Gli succedè il figliuolo sotto il nome di Giacomo I (V.).
      Vedi: Robertson, Eistory of ScotlandHailes, Remarks on the History of Scotland (Edimborgo 1772).
      ROBERTO II D'ANGIO', detto il Savio e il Buono (biogr.\ — Re di Napoli, nato verso il 1275, morto a Napoli il 19 gennaio 1343. Terzogenito di Carlo li d'Angiò, era duca di Calabria ed aveva esercitato a più riprese le funzioni di reggente, quando succedè al padre a danno di suo nipote Caroberto re d'Uugheria. Dopo essere stato incoronato in Avignone il 5 agosto 1309, fece il suo ingresso a Napoli il 5 giuguo 1310, e l'anno seguente dovè lottare contro l'imperatore Enrico VII, che fu incoronato re d'Italia in San Giovanni Laterano (1312). I Fiorentini temendo che l'imperatore violasse le loro libertà, diedero per cinque anni la signoria della loro città a Roberto, che l'accettò. Enrico VII, furioso, dichiarò il re di Napoli decaduto da' suoi Stati e ribelle all'Impero. Egli sciolse i Napoletani dal loro giuramento e conferì il governo di essi a Federico 11 d'Aragona re di Sicilia. Fu questo il primo esempio d'un imperatore di Allemagna che si arrogò il diritto di disporre degli Stati d'un altro sovrano che non era suo feudatario ; fin allora i papi soltanto erano stati dispensatori di corone e dotati della potestà di sciogliere e vincolare sopra la terra. Roberto, sconfitto in molti scontri, pareva perduto, quando la morte dell'imperatore venne a cambiar le parti. Ripigliando coraggio si dichiarò difensore delle prerogative papali, chiamò sotto le bandiere i Guelfi, e assoldando truppe nei suoi ducati di Francia, minacciò alla sua volta il reame di Napoli. Con una squadra di quattrocento véle e 42,000 uomini sbarcò a Castellamare nel luglio del 1314, e pose l'assedio a Trapani: ma la tempesta e la malattia assottigliarono le sue geuti, sì che conchiuse una tregua, e partì nel febbraio del 1315. Varie discese da lui fatte più tardi non ebbero miglior risultato. Ei fu più fortunato nel 1318 e liberò Genova dalle fazioni patrizie deglit^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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