Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROBERTO (SAN) - ROBERTO DI COURTENAImorto a Molesme il 21 marzo 1110, apparteneva ad una famiglia nobile e si rese monaco in età di quindici anni nel monastero di Moutier-la-Celle. presso Troyes, ove fu nominato priore dopo alcuni anni. Divenuto più tardi abate di San Michele di Tonnerre, tentò, ma indarno, ridestarvi il fervore; ed era priore di Saint Ayoul di Provins quando il papa Alessandro II gli ordinò di andare a governare gli eremiti di Colan fra Tonnerre e Chablis. Essendo quella solitudine insalubre, Roberto li condusse nel deserto di Molesme (diocesi di Langres), ove gettò nel 1075 i fondamenti di un monastero in onor della Vergine. Introdottasi coll'abbondanza la rilassatezza in quel ritiro, san Roberto lasciò Molesme con venti compagni e pose stanza nel luogo detto CIteaux (Cistello) presso Digione. Questo territorio apparteneva a Renaud visconte di Beaume, che accordò il sito per costrurre il convento. Roberto eletto abate, ricevette il bastone pastorale dalle mani di Gaultier vescovo di Chàlons, che eresse il nuovo monastero in abbazia il 2i marzo 1098. Tali furono i'prinòi^ii della casa e dell'ordine de'Cistercensi (V.). Il papa richiamò tosto Roberto a Molesme, ove ridestò in breve quell'ascetismo che aveva introdotto a Cistello, ov'eragli succeduto sant'Alberico. Attribuisconsi a Roberto sornioni, lettere ed una cronaca del monastero; ma nulla è pervenuto sino a noi. La Chiesa celebra la festa di san Roberto il 29 aprile.
      Vedi: Acta Sanctorum (29 aprile) — Durand, Manuel historique des ordres religieux.
      ROBERTO 'San) (agiogr.). — Abate di New Min-ster in Inghilterra. Nacque nella coutea di York, e fino dalla sua fanciullezza si mostrò inchinevole alle occupazioni gravi, alla preghiera e alla lettura dei libri sacri. Compiti gli studii, fu ordinato prete e incaricato del governo di una parrocchia nella sua diocesi, alla quale rinunziò poco dopo per entrare ne' Benedettini di Nostra Donna di York. Unitosi a Riccardo, priore della badia, e ad altri dodici religiosi che desideravano di osservare la regola secondo la sua primitiva austerità, lasciarono il monastero colla permissione del loro abate, e I dopo molte difficoltà ed immense fatiche fondarono 1 la celebre abbazia delle Fontane, nella valle di Scheldala, che col borgo di Sutton era stata loro I data dal pio Turstano, arcivescovo di York. Questo novello istituto fu per tutto l'ordine un modello di mortificazione, di fervore, di amore alla fatica e di zelo per le austerità della penitenza. Roberto emergeva sopra i fratelli colla sua pietà; tutti aveano lo sguardo rivolto a lui, e lo prendevano a norma in tutte quante le loro azioni. Ranulfo di Merley barone di Morpetb, visitando il monastero delle Fontane cinque anni dopo la sua fondazione, rimase si edificato dalla vita di quelli che lo abitavano, che domandati ed ottenuti alcuni di quei religiosi, fece edificare per essi, nel 1137, il monastero di New-MinBter presso Morpeth, nella contea di Northumberland, del quale Roberto fu il primo abate. Elevato in dignità, si studiò sempre più di servire di esempio ai suoi fratelli colle sue virtù. Fu favorito del dono di profezia e di quello dei miracoli ; fondò un monastero a Pipinella ossia Ri-vabella, nella contea di Northampton, e mori il
      7 giugno 1159. È nominato in detto giorno nel martirologio romano.
      ROBERTO DI COURTENAI (biogr.). - Imperatore latino di Costantinopoli, era il secondogenito di Pietro di Courtenai e di Jolanda (V. Pietro di Cour-tenai). Passò i primi suoi anni nella Corte di Francia, dove suo padre l'aveva lasciato, non avendo potuto per l'estrema sua giovinezza condurlo seco in Oriente. Dopo la morte di Pietro, Filippo conte di Namur, suo primogenito, avendo preferito il pacifico possesso de' suoi vasti dominii al vano titolo d'imperatore, Roberto fu dichiarato, l'anno 1219, erede del trono di Costantinopoli. Egli parti dalla Francia verso la fine del 1220 con gli ambasciatori che gli erano stati mandati, traversò lentamente la Germania, e passò l'inverno in Corte di Andrea re d'Ungheria, suo cognato; questi gli agevolò i mezzi di finire un viaggio cui pareva avesse intrapreso con ripugnanza. Giunto che fu a Costantinopoli, venne consecrato nella basilica di Sauta Sofia il 21 marzo 1221, e ricevette il giuramento de' baroni, che solleciti furono di rimettere in sue mani la podestà sovrana. Roberto concluse al più presto la pace con Teodoro Lascari imperatore di \ Nicea, il quale, già cognato suo, voleudo raffer-, mare sèmpre più l'alleanza sua coi Francesi, gli fece offrire la mano di Eudossia, sua figliuola di primo letto; ma la repentina morte di Lascari impedì tale matrimonio. Giovanni Duca o Vatacio, genero e successore di Lascari, principe ambizioso , ma dotato di qualità brillanti, ricusò di eseguire le condizioni giurate da suo suocero, che invase la Francia con un esercito. L'indolente e debole Roberto, già occupato della guerra cui sosteneva contro Teodoro Comneno nella Tessaglia, lasciò tempo a Vatacio di estendere le sue conquiste. Eccitato da' suoi baroni, determinò infine di opporsi a' suoi progressi, e mandò contro di lui le ultime sue truppe, le quali furono tagliate a pezzi nel 1224 a Pimanice. In quella giornata, dice Gibbon, ciò che restava de' cavalieri francesi e de' primi conquistatori perì sul campo di battaglia. I soccorsi cui Roberto chiese al papa ed ai principi cristiani furono insufficienti o inutili, e si vide costretto a domandare la pace a Vatacio, il quale non gliel'accordò che a condizioni umilianti. 11 nobile retaggio dei Greci si trovò diviso fra quattro principi iudipen-deuti, e che tutti quattro avevano il titolo d'imperatore: Roberto a Costantinopoli; Vatacio a Niiues; ( i Comneni a Trebisonda, e Teodoro a Tessalouica. Roberto, di cui l'autorità non estendevasi oltre al territorio di Costantinopoli, lungi dall'avvertire ai mezzi di riparare le sue perdite, si abbandonò mollemente al suo gusto pei piaceri. Sedotto dalla bellezza d'una nobile donzella della provincia di Artois, fece agevolmente acconsentire sua madre a dargliela, quantunque fosse promessa ad un gentiluomo borgognone. Vatacio in quel tomo di tempo maudó la figlia di Lascari a Roberto, ma questi, accecato dal novello amore, parve disdegnare un parentado cui tanto aveva desiderato. Frattanto il cavaliere borgognone, assistito dagli amici suoi, penetra di notte nel palazzo dell'imperatore, getta in mare la madre della sua fidanzata, e taglia il naso e le < orecchie alla moglie o alla concubiua di Roberto.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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