Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RIVIERA - RIVOLI VERONESETanto varrebbe lo spiccare a casaccio due o tre vorsi da un periodo, e leggerli con voce monotona e seuza distinzione d'interpunzione, i quali farebbero sentire bensì il numero, ma non quel cbe più importa, il concetto. La musica ba ella pure, come la poesia, i suoi concetti, e per conseguente le sue interpunzioni : onde le torna necessaria una seconda specie di ritmo, vale a dire Vinterno. L'effetto di questo ritmo è di recare sopra una battuta, anziché sopra un'altra, un'accentuazione più pronunziata, e tale che, secondo il suo grado di forza, fa quindi emergere il sentimento delle frasi e dei periodi cosi distinto in musica, come il può esaere nel discorso oratorio. Sia, a mo'd'esempio, quest'altra serie di suoni, i quali d'altra parte supponiamo eseguiti tutti con egual forza:
     
      A chiunque abbia fior di sentimento in materia musicale dee parere che, seuza nulla derogare all'accento esterno di cui abbiam toccato sopra, la seconda, la quarta, la sesta e l'ottava misura sieno più fortemente accentuate delle altre, e che auzi la quarta il sia più della seconda e della sesta, e l'ultima più di tutte. Or bene, questa gradazione di forza nell'accento è appunto quella che porta il nostro sentimento a riconoscere in quella serie un periodo diviso in due membri di quattro battute l'uno, e suddiviso in altrettanti membretti di due battute. Questo periodo si potrebbe raffrontare a un concetto esposto in quattro brevi versi, dove il primo fosse dal secondo distinto con una virgola, il secondo dal terzo con un punto e virgola, il terzo dal quarto con un'altra virgola, e l'ultimo conchiuso dal punto fermo. Ciò spicca viemaggiormente, se invece di una serie monotona noi mettiamo in campo un simii concetto vestito di melodia od anco semplicemente d'armonia, come per esempio:
      Questo brevissimo cenno, atteso i limiti dell'opera nostra, pare possa bastare per dare un'idea di quel che sia nella musica il ritmo interno. Del resto ognuno può ben congetturare che, come la dottrina di un retore nou si limita alla formazione di un periodo, ma si estende allo sviluppo di un intero discorso, cosi la dottrina del ritmo interno, svolgendosi, abbraccia tutto un pezzo di musica.
      11 ritmo iu generale si può considerare come l'anima, come il verbo della musica, giacché senza di lui questa rimane insignificante, laddove da sé solo può somministrarci un concetto intelligibile, siccome il comprovano le arie dei tamburi. Ma la maggiore o minore intelligibilità della musica, salvo la parte che ne deriva dall'accordo della modulazione col ritmo in generale, precipuamente dalla maggior o minor perfezione del ritmo interno deveripetersi. Rossini è, fra tutti i compositori di mùsica, quegli che ha meglio compreso questa verità, e ognuno sa che la rivoluzione- da lui operata nell'arte musicale rimane tuttora senza esempio.
      RITO (liturg.). — Si dicono in complesso le cerimonie religiose approvate e regolate dall'autorità competente; ed il libro che ne contiene le descrizioni e le formole si chiama Rituale (V.). Gesù Cristo fondando la sua Chiesa non ha istituito che pochi riti essenziali, che sono il fondo invariabile della religione cristiana; e riguardo alle altre cerimonie accessorie, egli lasciò questa cura a' suoi apostoli od ai vescovi loro successori, siccome una parte variabile e che, senza mettere in pericólo la fede, poteva modificarsi all'infinito secondo i tempi, i luoghi, i costumi e l'indole particolare dei varii popoli.
      I riti prescritti in principio dagli apostoli non erano nè fissi nè uniformi. Egli è vero che il loro ' simbolo, vincolo comune di loro fede unica e segno esteriore della nuova alleanza, era stato stabilito in comune ed ammesso come obbligatorio per tutto l'universo cristiano; ma cosi l'ordine come le formole di preghiere furono lasciate alla saviezza di ognuno di essi: onde vediamo fin dai primi tempi una liturgia attribuita a san Pietro, uua a san Matteo, uua a san Marco, una a san Giacomo, che tutte, sebbene simili pel fondo, differiscono per la forma. Tuttavia quelle sono state le liturgie fondamentali che divennero come tante sorgenti d'onde uscirono poi quelle di tutta la Chiesa. Le quali composte in principio dai loro pii autori per chiese nascenti e perseguitate, divennero presto insufficienti quando la religione di G. C. fu accolta da popoli interi, venerata da principi e da imperatori, ed una volta libera di dare sfogo alla sua devozione con preghiere più lunghe accomodate a fede più illuminata ed applicate ad altre occorrenze. Alessandria e Gerusalemme, Antiochia e Costantinopoli, l'Italia e le Gallie, ecco i centri del cristianesimo ove si fece sentire il bisogno di modificare le liturgie primitive degli apostoli e di accrescerle. Venerabili e sauti dottori misero il suggello di loro approvazione a tali preghiere e consacrarono colla scienza certi usi nati insensibilmente nel seno delle nazioni. Giustino martire, Cirillo, Giovanni Esichio di Gerusalemme, Clemente, Dionigi e Pietro d'Alessandria, il grande Atanasio, Timoteo, Eulogio e Cirillo d'Alessandria, Ignazio vescovo d'Antiochia, Crisostomo, Basilio a Costantinopoli, sant'Ambrogio a Milano, san Fulgenzio in Africa, Isidoro a Siviglia, Ireneo da Smirne recatosi a governare la chiesa di Lione, sant'Ilario di Poitiers, san Martino di Tours, sant'Avito vescovo di Vieuna, san Lupo vescovo di Troyes, san Colombano e tanti altri nome venerabili, ecco gli antichi regolatori dei riti ecclesiastici. Sant'Agostino, certamente indotto dal grande rispetto che portava alla tradizione, si mostrava dolente al vedere le differenze di rito tra le chiese d'Africa e quelle di Roma: eppure rispondeva a santa Monica che lo aveva consultato sul digiuno del sabbato, che a Milano ove faceva dimora non si osservava, siccome praticavasi a Tegaste sua patria: c In qualunque chiesa tu sia, osservane le costumanze, se
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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Vinterno Rituale Cristo Chiesa Pietro Matteo Marco Giacomo Chiesa Gerusalemme Antiochia Costantinopoli Italia Gallie Cirillo Giovanni Esichio Gerusalemme Clemente Dionigi Pietro Alessandria Atanasio Timoteo Eulogio Cirillo Alessandria Ignazio Antiochia Crisostomo Basilio Costantinopoli Ambrogio Milano Fulgenzio Africa Isidoro Siviglia Ireneo Smirne Lione Ilario Poitiers Martino Tours Avito Vieuna Lupo Troyes Colombano Agostino Africa Roma Monica Milano Tegaste Rossini Gesù Alessandria