Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RISOLUZIONE - RISOLUZIONE DELLE EQUAZIONIitaliani hanno dato anche in questo difficilissimo ramo belle prove di perizia, imitando con la penna
      10 stampato, in diverse qualità di caratteri, da destare la meraviglia ne* più intelligenti e ne' più difficili.
      L'arte di ristaurare i libri fu portata ai nostri tempi ad alto grado di perfezione dai signori Via-lard e Hendier. Secondo gli attestati meno equivoci delle persone più intelligenti di Parigi (vien detto nel Dizionario delle origini, invenzioni e scoperte), essi giunsero a ristaurare le opere più maltrattate dal tempo, e far da esse sparire le macchie di muffa, o di scoloramento avvenuto per mezzo dell'aria fissa (che da noi non male a proposito dicesi scarbonire, riferendosi quell' opera-razione all'acido carbonico); a ristabilire nel loro primo splendore l'inchiostro alterato, a turar tutti i buchi prodotti da tarli, e quelle parti di un foglio guasto che non potevansi dapprima toccare senza pericolo di un'immediata distruzione furono ristaurate con una pasta bianca e solida che rinforza sensibilmente la carta preesistente e talvolta ne tiene il luogo. Alcune delle edizioni più antiche, le quali avevano maggiormente aofferto le ingiurie del tempo, sono uscite dalle loro mani con tutta la freschezza e tutto lo splendore delle edizioni primitive. Anche in Italia, come abbiamo detto più sopra, si è propagata quest'arte, e si è principalmente applicata alla conservazione o al ristaura-mento delle stampe antiche, e se ne sono veduti alcuni saggi in Milano nelle pubbliche Esposizioni degli oggetti d'industria. Gran diligenza si ricerca inoltre nel ben rappezzare i libri in varie guise deteriorati ed offesi. Conviene scegliere, suggerisce
      11 Vólpi, carta dello stesso colore, come pure di si-migliante tessitura e pasta.
      Questo guasto, che tanto frequentemente vediamo nei libri e nelle legature, proviene dalla qualità dei cartoni e della colla di cui si servono i legatori. La qual colla d'ordinario vien fatta con farina nericcia, in luogo della fioretta, che riesce efficace, o con altre materie amare, come sarebbe, per esempio, assenzio, coloquiutida, ecc., ma senza alcun buon successo. 11 rimedio migliore e che sorti ottimo effetto, si è trovato ne' sali minerali, come sarebbe, per esempio, uell'allume, nel vetriolo, ecc., mentre i sali vegetali, vale a dire la potassa, il sale di tartaro e tanti altri ingredienti di tal sorta non produssero alcun buon frutto. All'opposto, mescolando, come abbiam detto, nella colla alcun poco di sale minerale, gl'insetti divoratori si astengono dal rodere e penetrare nei libri. Prodiger, che pubblicò nell'anno 1741 estese ed ottime istruzioni pei legatori, egli pure è di parere che si debba far uso dell'allume polverizzato e mescolato con un poco di pepe ben fino.
      Quanto alle macchie d'inchiostro e di olio, si levano assai facilmente, le prime con una soluzione di cloro; le seconde con lisciva appositamente preparata. Essendo quest'ultimo spediente quello di cui spesso si fa uso, perchè il più opportuno a levare diverse qualità di macchie, ci faremo più sotto a dimostrare la maniera con cui si eseguisce questa operazione, attenendoci ai mezzi avvisati nel Dizionario dell Industria.
      11 più volte menzionato Volpi volle dare egli pure alcuni insegnamenti sul modo di levare le macchie ai libri; e siccome questi possono essere di qualche giovamento pel novello librajo, cosi li riportiamo qui per intiero. « Si possouo lavare i libri dalle macchie che imprime frequentemente in essi l'acqu^ dolce o salsa, ovvero l'urina di varii animali, cagionate dalla prima quando non bagna tutte intere le carte, ma solamente uua parte di esse, restando tra l'asciutto e il buguato un certo sedimento o seguo gialliccio deformaute i volumi; dalla seconda poi, e per la stessa cagione, e pel sale che in sè contiene ; ma quaudo da gran tempo i libri sono impregnati di essa o di nitro, benché si lavino, restano sempre come umidi, avendo io di ciò fatto qualche esperienza. Per lavar i libri conviene in primo luogo osservare che la carta di essi sia soda e consistente, perchè se fosse assai debole e floscia, com'è moltissima della moderna, ovvero dal luogo umido resa quasi marcia o con certe macchie rossigne, non occorrerebbe arrischiarla alla lavanda, se non con estrema cautela e a certo tempo, lo che certamente non fa per tutti, ma solo pe' diligeutissimi e amantissimi dei buoui libri, e desiderosissimi di riparare anche quelli iu simil guisa deteriorati, alla meglio che possono. Risoluto che si abbia di lavarli, si sciolgono affatto levaudo i fili e voltando i cartoui dei margini. Politosi poi tutto il libro dalla polvere, mettasi in un catiuo od altro vaso capace in maniera che ci resti comodamente disteso, ed ivi si lasci finché l'acqua in esso insinuata lo tiri a foudo, ove deve stare per tanto tempo che si vegga l'acqua esteriore ben tinta. Dopo ciò alcuni il le-vauo, e lo premouo fra due tavolette, o meglio, in torchietto, da cui uscendo alcun poco asciutto, lo ripoi.gouo un'altra volta nell'istesso vaso ripieno di acqua netta, la quale di nuovo ancor tinta, Astraggono e premono come innanzi. Poscia alcuni usano di stendere i fogli o i quinternetti, aperti nel mezzo, sopra spaghi o cordicelle; ma perchè si perde iu far ciò molto tempo, e in aprirli così umidi si arrischia di lacerarli, e che dal peso cagionato dalla lunga tratta di esse si rompono, o staccandosi i chiodi che le sostengono, cadono le dette cordicelle iu terra insieme coi fogli distesi , con evidente pericolo di rompersi, e bruttamente sporcarsi di nuovo e di macchie indelebili, come più volte è accaduto; perciò altri meglio consigliati e avvertiti sogliono con più sicurezza levare e separare per le schiere i fogli de' libri lavati e, seuza aprirli, riporli sovra letti o banchi nettissimi ; dico così perchè alle volte posti su banche o tavole tinte o d'autico untume imbrattate, benché apparissero uette, contrassero irrimediabili macchie nell'asciugarsi. Questa maniera ricerca più tempo per asciugare i detti fogli, i quali, asciugati che sieno, si uniscono (e con maggior facilità e perfezione de' distesi sugli spaghi, a cagione del muoversi così alquanto le carte), e premonsi con qualche peso, ed è la lavanda bella e compiuta. La quale non è faccenda per tutti, e prima di riuscirvi si pagherà, come suoi dirsi, il maestro e si romperanno più fogli.
      In questo genere di lavoro convieue pertanto
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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