Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      dieta
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      la preponderanza del vitto vegetale, senza sbandire affatto l'uso delle carni.
      2° Varietà degli alimenti. — L'uso continuato di un solo alimento esclusivo non può cbe riuscire nocivo, e ciò per due motivi importanti. Imperocché, in primo luogo, per esso s'ingenera il fastidio nell'individuo cbe ne fa uso, e perciò meno facilmente si digerisce ; in secondo luogo, essendo il nostro corpo composto di tanti elementi, una sola sostanza mal puote riparare alle varie perdite alle quali poss'amo andare soggetti. Tuttavia vuoisi condannare l'uso promiscuo e continuato di una infinità di vivande di vario sapore e preparato in varie guise, prima perchè per esse si eccita soverchiamente l'individuo a mangiare, e si consuma una quantità eccedente di alimenti ; quindi pel danno che possono cagionare tante sostanze di varia natura assieme frammiste nel ventricolo.
      3° Modo di preparazione degli alimenti. — Nè si deve meno biasimare la squisitezza e varietà degl'intingoli che si adoperano per rendere più saporite le vivande, i quali sono tanto contrarii alla natura quanto nocivi alla salute, e perciò, senza consigliare di bandire interamente i condimenti, crediamo opportuno e salubre di usarne parcamente anche sotto il rapporto gastronomico: poiché mediante questi si ottunde il senso del gusto, e l'uomo si priva di una fonte di diletto, subentrando presto la nausea e la sazietà all'uso di questi cibi troppo saporiti.
      4° Quantità degli alimenti. — Varie sono le opinioni a questo riguardo; così, per esempio, Cornare visse sino oltre a cento anni con dodici oncie di alimenti solidi e quattordici di vino al giorno ; mentre Celso parla di un regime dietetico che si accosta all'intemperanza. Vuoisi perciò tenere la via di mezzo; ed in generale, se si prende la fame per guida, non si può errare ; purché, come abbiamo detto, non si cerchi di solleticare l'appetito con manicaretti ed intingoli.
      5° Numero dei pasti. — Alcuni, e specialmente i Tedeschi e gl'Inglesi, fanno quasi sempre quattro pasti al giorno; altri si contentano di mangiare una volta ogni ventiquattrore. Per ciò non si può dare una regola assoluta. In generale però i fanciulli abbisognano di mangiare più sovente; prima perchè il loro ventricolo cape minor copia di alimenti ; quindi perchè più prontamente digeriscono. Però due pasti maggiori e due minori possono bastare, e per gli adulti basteranno tre, cioè un pasto sostanzioso e due più leggieri. L'uomo tuttavia che dorme poco e fa una vita esercitata e laboriosa abbisogna di mangiare più sovente. Si trattò anche di decidere se convenga essere regolari nel prendere i nostri pasti, o no ; ma abbisognando l'uomo di seguitare una data norma nelle sue operazioni, si richiede anche per lui una certa regolarità nei pasti ; quantunque la miglior guida per esso sia il senso della fame. Vuoisi però notare che tutte le nostre funzioni organiche obbediscono a un dato periodo, e perciò anche la fame fassi in generale sentire a ore fisse, laonde puossi facilmente conciliare una cosa coll'altrà.
      6° Precauzioni per facilitare la digestione. — Queste consistono nel riposarsi alquanto dalle fa-
      tiche della mente e del corpo prima di prender cibo ; nello stare in quiete per un tempo maggiore dopo di aver mangiato ; nell'evitare per quanto si può ogni commozione troppo violenta tanto prima quanto dopo il cibo. Riguardo al dormire dopo pranzo, esso è necessario ad alcuni specialmente nella state, e fra questi ai bambini ed ai vecchi, non che alle persone deboli, o che dormono poco la notte, e menano una vita laboriosa ; è nocivo ai pletorici ed a coloro che menano una vita sedentaria. Del resto tutti gli el!siri e le altre sostanze che vantansi utili per promuovere la digestione, non fanno che sturbarla. Il solo caffè preso moderatamente si può concedere ; ma neanche si debbono lodare coloro che se ne fanno per troppo uso un'abitudine, e convertono così un piacere in vero bisogno. Del resto, la temperanza, la tranquillità d'animo e il moderato esercizio di corpo sono i migliori mezzi per procurarsi una buona digestione.
      II. Terapia. — La dieta degl'infermi e dei convalescenti dev'essere considerata tanto riguardo alla quantità degli alimenti, quanto al tempo ed alla qualità ; e per quanto spetta alla prima i medici distinguono la dieta in severa, tenue e piena. La dieta severa, consistente nella privazione di ogni alimento, eccettuato il semplice brodo sciocco e leggerissimo, è specialmente indicata nelle malattie acute d'indole infiammatoria, nelle quali riesce indispensabile. Infatti moltissimi infermi di questa natura poterono essere condotti a perfetta guarigione colla sola dieta severa. Quando poi la malattia comincia a declinare, allora, per rispettare l'abitudine, si possono concedere alimenti liquidi di sostanze farinacee, od in cui abbonda la fecola amilacea, tre o quattro volte nelle ventiquattr'ore, il che costituisce la dieta tenue. Finalmente, nella convalescenza si aumenterà poco per volta la quantità degli alimenti, e si daranno cibi alquanto più nutrienti, avvertendo però che l'alimento un po' scarso ritarda bensì talvolta la convalescenza, ma non uccide, anzi rende più sicura la guarigione ; invece moltissimi infermi sull'orlo della salute vennero nuovamente precipitati in una recidiva, ed anche tolti di vita repentinamente dall'eccesso nel mangiare. Perciò la dieta piena dovrassi solamente concedere allorquando le forze siano pienamente ristabilite.
      Riguardo al tempo in cui si debbono somministrare gli alimenti, quantunque i convalescenti debbano più frequentemente cibarsi, tuttavia l'intervallo fra un pasto e l'altro non può essere minore di quattro o cinque ore ; perchè devesi lasciar passare il tempo necessario per poter digerire il cibo già preso prima di nuovamente ricorrere ad esso. Del resto, si deve condannare l'uso invalso presso il volgo di porgere alimenti a metà della notte all'infermo od al convalescente, e ciò per tema ch'esso non rimanga troppo sfinito; perchè la notte è fatta per dormire, ed il sonno è un secondo alimento. Finalmente, la dieta dei convalescenti deve consistere nell'uso di sostanze nutrienti, di facile digestione, ma per nulla irritanti ; quindi sbandir si debbono le salse, gl'intingoli e tutti i condimenti, eccettuato il sale, l'olio e l'aceto ; si preferirà, nella convalescenza di malattie acute, ilt^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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