Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DEVISME LUIGI FRANCESCO — DEVOLUZIONE (GUERRA DI)
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      il ricondurre Lutero alla suggezione della santa Sede, prima che esso novatore avesse consumato la sua separazione. Il cardinale non mancava nè di scienza, nè di talenti per adempiere una simile missione. Vi adoperò altresì, per confessione dei protestanti, una moderazione che torna in onore del suo carattere ; ma la sua qualità di Domenicano doveva nuocere al buon successo della negoziazione in una contesa che traeva la sua origine dalla rivalità di quest'Ordine con quello degli Agostiniani, al quale apparteneva Lutero. Il cardinale era altronde imbevuto d'un'opinione esagerata sull'autorità del papa ; mentre è riguardato come il primo che abbia sostenuto direttamente l'infallibilità papale, di cui era stato solo campione nel Concilio lateranense. Alcune dispute d'etichetta fécero nascere altri ostacoli. De Vio rigettò la via di discussione; Lutero rifiutò di venire a ritrattazioni. Si separarono senza che avessero iniziata la trattativa. Quegli, creato, nel 1519, vescovo di Gaeta, ebbe ancora alcune altre missioni. Fu fatto prigioniero nel sacco di Roma del 1527, e non potè ricuperare la libertà che mediante un riscatto di 5000 scudi romani, il che l'obbligò ad andare a vivere con istrettissima economia nella sua diocesi per rimborsare quelli che gli avevano prestata tale somma. Richiamato a Roma, nel 1530, da Clemente VII, vi morì al 9 d'agosto 1534. Gli affari importanti, di cui questo cardinale era stato incaricato in tutta la sua vita, non gì'impedirono di applicarsi allo studio, di comporre un numero grande di opere. Le principali sono: un Commento della Bibbia (Lione 1639, 5 voi. in-fol.), al quale fu premessa la sua vita, composta da Fonseca; l'autore vi è troppo ligio al senso litterale, fa poco uso dei santi Padri, vi si esprime con molta libertà sulla Vulgata e si permette talvolta alcune spiegazioni singolari. Siccome non sapeva le lingue originali, si faceva tradurre il testo parola per parola dai rabbini, che l'hanno talvolta tratto in errore sul Nuovo Testamento; si attenne troppo alla versione ed alle note di Erasmo. L'opera fu duramente impugnata da Catharin e censurata dalla Facoltà di teologia di Parigi. Egli oppose alla censura un'apologia, in cui spiega certi luoghi e si difende sopra altri. Tale apologia non tolse che si facessero alcuni mutamenti nell'edizione del 1639. E per questo appunto chele sono preferite le antiche, soprattutto quelle che sono anteriori al decreto del Concilio di Trento sulla Vulgata; un Commento brevissimo sulla Somma di san Tommaso, che si trova nelle edizioni di tale Somma (Anversa 1577; Lione 1581 ; Bergamo 1590), e con alcune recisioni nell'edizione generale delle sue opere, a Roma 1570, per ordine di Pio V ; alcuni Opuscoli sopra differenti soggetti (Lione 1562). Si distingue quello che ha per titolo Dell'autorità del papa. In esso i Concilii di Costanza e di Basilea sono trattati con poca osservanza ; sostiene il diritto esclusivo del papa di convocare i Concilii ; la sua superiorità sopra quelle grandi assemblee ; la sua infallibilità, ecc. Tale trattato fu quello che gli meritò il cappello di cardinale. Jacopo Almath e Giovanni Majar lo confutarono per ordine della Facoltà di Parigi, alla quale Luigi XII l'aveva denunziato; Commenti sulla Filosofìa d'Aristotile;
      Tractatus de comparatione papié et Concilii (Venezia 1531 e 1562). Il De Vio possedeva una vasta lettura teologica; aveva chiarezza e metodo; ma non è il più delle volte che un compilatore. Aveva diviso il suo commento sul Nuovo Testamento in dodici capitoli, ai quali dava il titolo bizzarro di Colazione del Nuovo Testamento. Ha avuto partigiani zelanti e censori severi nelle due comunioni. Melantone ne fa un orribile ritratto. Chamier, per lo contrario, loda la sua rettitudine, il suo candore e la sua moderazione. Catharin, suo confratello, non serba niuna misura a suo riguardo, e Sisto di Siena
      10 colma d'elogi. « Era, dice Bossuet, uno spirito ardente ed impetuoso, più abile nelle sottigliezze della dialettica che profondo nell'antichità ecclesiastica ».
      DEVISME Luigi Francesco (biogr.). — Rinomato ar-majuolo francese, nato a Parigi l'8 luglio 1806; morto
      11 29 aprile 1872 in Argenteuil. Discendente d'un'an-tica famiglia di Picardia che novera fra i suoi progenitori i principi De Visme e Ponthieu, compiuta la prima educazione, si diede all'arte di fabbricar le armi, e fu allievo d'uno dei capi della celebre manifattura d'armi di Versaglia, chiusa poscia per ordine della Ristorazione. Fin dai primi tempi che fu armajuolo apportò varii perfezionamenti nell'arte, finché non venne in vera fama per le sue carabine e pistole a rivoltella. Dopo aver esposto fin dal 1839 alcune armi di lusso, presentò, cinque anni di poi, fucili e pistole a sei colpi, tonnerres à balìes for-cées, che presero il nome da quello dell'inventore. Escogitò nuovi metodi di tiro e palle terribili, e nell'anno 1855 palle-obici per la caccia dei leoni e le palle a rampone per quella della balena. Il suo nome è spesse volte e con onore rammentato nel Tueur de lions e più nel Journal des chasseurs, alla fondazione del quale concorse efficacemente. In questi ultimi tempi trasformò il fucile Chassepot adattandovi il cartoccio metallico. Ogni qual volta ebbe a presentare suoi lavori alle esposizioni ottenne preniii e medaglie: nella Mostra del 1849 gli fu aggiudicata la medaglia d'argento, una price-medàl a quella universale di Londra nel 1851, una di prima classe a Parigi e un'altra di seconda a quella universale di Londra, per lo che piacque al Governo francese insignirlo della Legion d'onore.
      DEVIZES (geogr.). — Città del Wiltshire, in Inghilterra, presso l'Avon and Kennet Canal, con fabbriche di seta, tabacco, ecc., e con 6839 abitanti.
      DEVOLUZIONE (diritto di) (dir. can.). — È il diritto che ogni superiore immediato dei collatori di bene-fizii ecclesiastici ha di conferire i benefizii di loro collazione quando essi hanno lasciato trascorrere il tempo fissato per provvedervi. Pertanto allorquando uno trascura di conferire un benefizio entro il termine voluto dai canoni, il suo diritto passa al suo superiore immediato di grado in grado sino al papa. Questo diritto di devoluzione è stato stabilito dal terzo Concilio Lateranense per impedire la lunga vacanza dei benefizii cagionata dalla negligenza dei collatori od elettori. Questa materia è peraltro soggetta a modificazioni secondo i varii concordati, e, per esempio, vi sono paesi nei quali il Capitolo, in caso di devoluzione, sottentra ai diritti del vescovo.
      DEVOLUZIONE (guerra di) (stor. mod.). — Si dà questo nome alla guerra che Luigi XIV intraprese
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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