Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DECIMA - DECIMALE CALCOLO
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      appropriarono a grado a grado tutte le decime occupando le parrocchie e sovvenendo alla meglio ai bisogni dei poveri e al mantenimento delle chiese (Biadatone, 1. i, c. 2, sez. 5). Alla riforma sotto Arrigo YUI, questo principe abbandonò le badie e loro dipendenze ai signori della sua corte, e mantenne il pagamento delle decime, la cui proprietà passò così ai secolari colle badie che ne erano in possesso. Ma il mantenimento delle chiese e i soccorsi ai poveri non seguirono questa destinazione delle decime, onde si dovettero stabilire per giunta nuove tasse col nome di poor-rates e di ckurch-rates.
      Le decime furono sempre in Inghilterra una sorgente di oppressione pel popolo, e diedero di quando in quando origine a gravi disputazioni. Sono divise in grandi e piccole. Il rettore è colui che esige tutte le decime di una parrocchia : se vuole goderne come d'una sinecura, o se possiede più rettorati, deve nominare un vicario, e la parte di provento che gli lascia, costituisce le piccole decime.
      Si calcolò a 7597 il numero de' laici possessori di decime in Inghilterra, e la rendita totale della Chiesa a 222,400,000 lire nostrali, somma che forse supera le rendite di tutte le chiese cristiane dell'Europa riunite. Per l'addietro le decime erano pagabili in natura, ciò che dava luogo a molte yessazioni; ma ora possono essere fissate in danaro mediante un estimo. Ma in qualunque modo si paghi quest'imposta, è sempre funesta all'agricoltura, poiché molte terre non potendo colla loro rendita coprire le spese del lavoro e dare un profitto ragionevole, quando se ne deve dedurre la decima parte dei frutti, o non si coltivano o si coltivano imperfettamente; oltre ciò le decime non pesano solo sul produttore, ma anche sul consumatore, come provò il Ricardo nella sua Theory of rent. La quistione dell'inviolabilità della proprietà delle decime è tuttora agitata in Inghilterra, ed è tanto più difficile a risolvere, che molti dei possessori sono laici. Si proposero, ma senza effetto, diversi sistemi di commutazione. I dissidenti riguardano con ragione quest'imposta come oppressiva, ed è specialmente odiosa pei cattolici irlandesi, che sono obbligati a mantenere in gran parte a loro spese i ministri di una Chiesa ostile alle loro credenze.
      DECIMA (wims.). — Intervallo che comprende dieci suoni; ovvero la terza dell'ottava. Nell'armonia la decima viene sempre considerata come la terza, e porta sempre questo nome, eccettuati due casi, cioè 1° nel terzo rivolto dell'accordo di nona, e allora dee segnarsi col numero 10 ; 2° nel contrappunto doppio, attesoché il rivolto dell'intervallo di terza è differente da quello della decima. Alcuni teoretici vogliono che il ritardo di nona sia sempre accompagnato dalla decima, e segnano perciò questo ritardo cou 10/fl; all'incontro, la maggior parie dei pratici vorrebbe che, dovunque è possibile, fosse accompagnato dalla terza, perchè, atteso la distanza dei due suoni che si urtano in dissonanza, l'effetto riesce più dolce.
      DECIMA FEUDALE (stor.). — Così chiamossi quella decima che nel medio evo fu posseduta da laici a titolo di feudo. Oscura n'è l'origine, e si è creduto troppo facilmente che le decime laiche avesserotutte un'origine ecclesiastica, non avendosi indizio certo sull'epoca della loro trasformazione e sul modo con cui si è operata. Sembra bensì certo che Carlo Martello desse una parte dei beni delle chiese in benefizio ai leudi che l'ajutarono a respingere i Saraceni nel 732; ma nessun documento parla espressamente di decime. Checché ne sia, col Concilio di Laterano, tenuto nel 1179 da Alessandro IH, si proibì ai laici di acquistar nuove decime, onde invalse la regola che potessero ritenere quelle che erano state acquistate prima del detto Concilio. La decima infeudata dicevasi pure militare quando era stata infeudata a militari in considerazione di servizii resi alla Chiesa.
      La Rivoluzione abolì in Francia ogni specie di decime, e contemporaneamente le feudali furono anche altrove soppresse.
      DECIMA SALADINA (stor.). — Nel 1188, scarseggiando il danaro per la crociata, si deliberò nel consiglio de' principi e dei vescovi che tutti coloro i quali non si sarebbero crociati pagherebbero la decima parte dei loro redditi e del valore dei loro mobili. Il terrore inspirato da Saladino fece dare a questa decima il nome di Saladina. Si minacciò la scomunica contro coloro che non avrebbero soddisfatto a un debito così sacro. Invano il clero allegò la libertà e l'indipendenza della Chiesa, e pretendeva di ajutare i crociati con le sole preghiere; tranne alcune eccezioni, esso fu costretto a pagare la decima Saladina, la quale fu riscossa tanto in Inghilterra quanto in Francia.
      DECIMA SCALATA (stor. fin.). — Imposta progressiva stabilita in Firenze nel 1495, la quale consisteva in ciò, che chi aveva cinque ducati di rendita pagasse un decimo, chi aveva dieci ducati di rendita pagasse un quarto di più del decimo, e così successivamente per ogni cinque ducati che ogni uomo aveva, doveva pagare un quarto di sopratassa. Sui disastrosi effetti di questo sistema tributario, vedi Boccardo, Dizionario universale di economia politica, art. Tasse, voi. n, pag. 1052, 2a edizione.
      DECIMALE (aritm.). — Con tal nome si chiama una ripartizione o un'ordinanza di cose disposta a dieci a dieci o di dieci in dieci. Il nostro sistema di numerazione è decimale perchè il valore delle cifre aumenta o diminuisce di dieci in dieci secondo il posto che occupano nell'espressione numerica (V. Numerazione).
      DECIMALE CALCOLO (aritm.). — Cosi si chiama quello che ha per oggetto le operazioni sulle frazioni decimali, quelle cioè che hanno per denominatore l'unità seguita da uno o più zeri, vale a dire una potenza di 10, come sono 5/io> s/j0o> 9Imo, ecc.
      Quando le frazioni decimali sono espresse alla foggia delle frazioni ordinarie, le operazioni sulle une e sulle altre si fanno allo stesso modo (V. Frazione); ma quando sono espresse nel modo col quale si esprimono i numeri interi del nostro sistema, le operazioni su quelle seguono lo stesso andamento dei calcoli su questi con alcune semplicissime avvertenze. Questo modo speciale di trattare le frazioni decimali è ciò che dicesi propriamente calcolo decimale.
      Nelle frazioni in genere i valori sono in ragione inversa dei denominatori, cioè, date due frazioni eguali, una diviene tanto più piccola, quanto più
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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