Dizionario Moderno di Alfredo Panzini

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      quella del dizionario vero e proprio, consigliata dal De Amicis. Di qualche sovrabbondanza o difetto ti sarai accorto tu stesso ; ma come evitare le une e gli altri, se il criterio che ti ha guidato nell'accogliere le varie voci, doveva necessariamente essere del tutto soggettivo?
      Certamente chi legge ha diritto di domandarsi se codesto tuo criterio è fondato su ragioni buone, od almeno plausibili ; ed io, per mio conto e per quello che posso giudicar dal saggio offertomi, mi sono risposto senz'altro che sì.
      E inutile : in Italia noi abbiamo due lingue : una più solenne, più aristocratica, più togata, che ci si fa innanzi ne' discorsi accademici, nelle scritture, diciam così, ufficiali, nei libri "scolastici, e (non par vero!) talvolta nei componimenti degli alunni; ed una che ci serve per i discorsi familiari, per le lettere private, per le « pratiche » d'ufficio, per il giornale politico, per quello pseudo letterario a due soldi il numero, e via via. C'è chi crede (tu stesso, se ho inteso bene) che a lungo andare esse si comporranno in una lingua sola, rispondente al movimento multiforme del pensiero italiano moderno; io non lo credo. La seconda di tali lingue è troppo capricciosa, troppo insofferente di freno, da un secolo e mezzo in qua, troppo sbrigliata. Alcuno vorrebbe farle intendere la ragione, darle qualche buon consiglio. Ah ! è tempo perso. Perchè non dire « rapportatore » invece di quello sgarbato e inarmonico « reporter »? sembra domandarle il Carducci, autorevole se altri mai; e la ribelle fa orecchi da mercante e continua a compiacersi del suo inglesismo. Io stesso poi, che vado raccogliendo dal giornale quotidiano le espressioni ed i vocaboli novissimi, lo trovo tanto moderato in politica quanto giacobino in materia di lingua, nè vedo segno alcuno di resipiscenza.
      Aggiungi che la smania di riuscir « veri » spinge scrittori, anche eminenti, a far buonviso al provincialismo, anzi ad usare^ senz'altro per intere pagine il dialetto di una regione; ed il pubblico naturalmente, applaude.
      '0 dunque che s'ha a fare? Concedere tutto e non tentare nemmeno più di fare argine alla corrente che va via via ingrossando? No certo, ma almeno mostrare col-l'esempio che la parola italiana, prettamente italiana, talvolta c'è, ed aspetta solo di esser rimessa in onore; opporre al linguaggio incomposto e capriccioso del pubblico quello decente e composto della tradizione, non colla velleità di sopraffare o distruggere il primo, chè sarebbe contro ragione, ma affinchè quest'ultimo quasi vi si specchi entro, e, sentendosi come tenuto d'occhio, non s'abbandoni a tutti i capricci della sua spensierata ed esuberante giovinezza.
      Prof. FRANCESCO FOFFANO.
      ..... Garzonetto ginnasiale, ebbi sentore della trovata d'un popolare nostroscrittore, esaltante il divertimento della lettura del vocabolario. Ne risi allora e sino a ieri ne risi. Io credeva che lo scorrere di proposito un dizionario potesse impiegarsi unicamente come un « sostitutivo » degli ipnotici nella disgrazia dell'insonnia, o esser tavola di salvataggio nei casi — immaginati — di deportazione perpetua, colla licenza di recar seco non più d'un volume. Dicevo: solo il dizionario, in fondo al qualo non è supponibile che mai giunga lettor vivo, solo il dizionario darebbe l'assicurazione di bastare per tutta l'esistenza!
      Il suo assaggio di Dizionario moderno mi fa ricredere e mi fa disdire. Esso promette di diventare un archivio prezioso, quale i Geflugelte Worte, di giovare al par di certi dizionari tecnici, di adempiere in parte all'ufficio d'un Gonversation's Lexicon e d'un rapido manuale di Istituzione di bella letteratura.
      Un libro da grammatico, che erudisca e insieme diletti, parmi quasi l'avvento delle cose impossibili. Dunque?..... Omne tulit punctum.
      M. L. PATRIZI.
      Ci voleva certo un dizionario che fosse Supplemento ai Dizionari italiani; cioè, che contenesse, non diciamo tutte, ma una gran parte di quelle voci dell'uso moderno, che i Dizionarii i quali insegnano come si deve scrivere piuttosto che come


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Dizionario Moderno
Supplemento ai dizionari italiani
di Alfredo Panzini
Ulrico Hoepli Milano
1905 pagine 553

   

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