Dizionario Moderno di Alfredo Panzini

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      ad altro senso. Dante ragiona dei dannati cho hanno perduto Dio (il ben dell'intelletto); il popolo intende la ragione, il senno. Solita sorto dei versi danteschi divenuti popolari !
      Il bruno il bel non toglie: loggesi nella Gerusalemme liberata XII, 21, ed è una reminiscenza del motto biblico Nigra sum sed formosa. (Cantico dei cantici, I. 4).
      Il calcio dell'asino: è quello che l'asino diodo al leone morente per vendetta, onde il leone disse : fortes indigne tuli niihi insultare: te naturae dedecus, quod ferre cogor, certe bis videor mori. Fedro, Favole, I, 20. Dicesi di offesa o assalto, ancho giusto, ma a persona la quale non è più in grado di offendere o di farsi temere : perciò solo è atto vile.
      Il colto e l'inclita: modo abbreviato che vuole indicare il colto publico e l'inclita guarnigione ed era ed è locuzione del linguaggio, de' comici, do' saltimbanchi etc. Dicesi spesso per celia.
      Il di cui, il di lui, il di lei, il di loro: locuzioni come le seguenti : la di lei lettera : per la sua lettera -, Dante le di cui opere, per : Dante lo cui opere, hanno fatto sciupare parole molte e vane a puristi e grammatici. La questione può essere semplificata in questi termini : tale costrutto — cioè di porre un compimento pronominalo tra l'articolo ed il nome, è in origine di formazione letteraria, una ricercatezza del dire, un'eleganza che in poesia e in corti casi difficili a definirsi può anche oggi piacere ; quindi non mancano esempi classici ed antichi: esempi però cho risentono di un corto giro elegante e molle dato alla locuzione. Ma questa locuzione trasportata, come molti fanno, noi linguaggio familiare e commercialo non rogge più, o por lo meno stuona appunto perchè v'è l'altra espressione più semplice e naturalo cho ricorro all' orccchio#di chi ha buon gusto. Lo Grammatiche, al solito non recano questo critorio ostotico cho a mo par dogno di nota. Sta il fatto cho i nostri migliori autori odiorni non usano la locuzione il di cui, la di lei etc.
      II est avec le elei des accommodements: scettica e mondana sentenza francoso tolta (come paro) dal Tartufo del Moliòro, attoIV, 5, ovo è propriamente scritto : Le ciel défend, de vrai, certains contentements : Mais il est, avec lui, des accommodements. V. Accomodamento.
      Il faut que jeunesse se passe: bolla locuzione francese, piena di amabile filosofia, non ignota fra noi : bisogna che la giovinezza passi, cioè conviene avere indulgenza per gli errori cho la inesperienza e la naturale vivacità fanno commettere ai giovani.
      Il fine giustificai mezzi: locuzione variamento attribuita al Macchiavelli ed ai Gesuiti: o in questi e in quello leggesi qualcosa di simile come concetto,,non però nolla forma sentenziosa, popolare, qui riferita. Cfr. il Principe Cap. XVIII, P. Vii-lari, N. Macchiavelli e i suoi tempi Voi. Ili, pag. 370-882. Cfr. pure le seguenti sentenze che si leggono in vari trattati di casistica morale: eum finis est licitus, ctiam media sunt licita. Cui concessus est finis, concessa etiam sunt media ad finem ordinata, etc.
      Il gran Pan è morto: V. Les Dieux s'en vont.
      Il gran rifiuto: locuzione tolta e torta sposso in senso faceto dal noto verso in cui Dante incolpa Celestino V (?) d'aver rinunziato al Papato
      l'ombra di colui che fece per viltate il gran rifiuto.
      Inf. III.
      Iliacos intra muros peccatur et extra :
      acuto verso d' Orazio (Epist. I, 2, 16) o pieno di verità: si pecca dentro e fuori le mura di llion, son colpevoli gli uni, o gli altri non son puri.
      Il lieo et immediate: duo avverbi latini: il primo vuol dire lì, sul luogo, (in loco), o 1' altro subito. Dicosi avverbialmente quando si vuole cho una cosa sia subito fatta.
      Illune: senza luna, noologismo, caro al linguaggio poetico e allo stilo estetico do' nostri giorni.
      Oh, dolla «otto illune placido incantamento : solo, aliando, il vonto iremo tra l'uno o f'unoA. Grak, T naviganti, Xuuvu Antologia. 11 Fobbrain l'.KKJ.


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Dizionario Moderno
Supplemento ai dizionari italiani
di Alfredo Panzini
Ulrico Hoepli Milano
1905 pagine 553

   

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