Dizionario Moderno di Alfredo Panzini

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      DavDee
      siedono su l'alto di superbi sedili. Il nomo preciso è alla D'Aumont, da Luigi, duca d'Aumont, gran signore di Francia e, prima della rivoluzione, arbitro della moda e delle eleganze. Egli era celebre per le sue scuderie e die voga a talo forma di cocchi.
      Davus sum, non Oedipus: io sono T)avo (un servo), non Edipo (il sapiente che spiegò l'enigma della Sfinge). Terenzio, Andria, atto I, 3, 194.
      Dazio : per porta, barriera è locuzione milanese molto comune per indicare la porta della città ove solevano essere i doganieri. L'uso rimane anche dopo che il dazio alle porte è stato tolto. Idiotismo destinato a scomparire.
      Dead-heat (ded-hit): parola inglese del linguaggio delle eorse e significa prova nulla por l'arrivo simultaneo di due cavalli, ciclisti e simili istrumenti di rapidità. Come tutte le voci dello sport essa ò pure nel gergo francese.
      De auditu : lat. per sentita dire.
      Débàcle: nel primo senso disgelo, innondatone e propriamente significa lo spezzarsi della superficie compatta e congelata di un fiume, i cui lastroni precipitano per la corrente cou pericolo de' ponti e de' battelli. Es. la débàcle de la Loire. Passò poi nel senso politico e sociale per indicare la mutata fortuna, lo scomporsi e il precipitare irresistibile di una istituzione, di una forma di governo, etc. In tale senso la voce francese è usata da noi. Vi risponderebbero le parole sfacelo, sbaraglio.
      Débauché : parola francese che indica l'eccesso del bore e del mangiare e poi sregolatezza de' costumi. Derivato débauché. Per l'etimologia Y. lo Schelor. Il Sig. Petrocchi nel suo dizionario universale fa posto all'aggettivo debosciato. Oh', perchè allora non motte anche debo-scia? Questo «sconcissimo gallicismo» (Rigutini) mi paro alquanto fuor dell'uso, o almono parmi fra i gallicismi uno do' più ovitati od evitabili, forso in grazia del pessimo suono.
      Debito publico: è il complesso di tutte lo obbligazioni di donaro dello Stato verso privati. Con legge 10 luglio 18(31 vonneistituito il Gran libro del debito del Regno d'Italia.
      Debordare: per venir fuori, sporger fuori dal suo posto o orbita, è il fr. dé-border. V. Bordo.
      Debosciato e Deboscia: Y. Débauché.
      Debutto e debuttare: i dizionari di solito non registrano queste due parole che sono di valore quasi tecnico nel linguaggio teatrale. « Gallicismi sguaiati » (début e debuter) li chiama il Fanfani e propone esordiente ed esordire, principiante e principiare, ma chi usa queste parole in tale' senso? Il Rigutini annota che « anche la gente di teatro e i gazzettieri cominciano a vergognarsene » ; ma non mi pare davvero 1
      Decadente: neol. non registrato e tolto dal neologismo francese décadent, per indicare quella scuola poetica la quale susseguendo ad un'età gloriosa e piena, segnò un periodo di decadenza come nerbo di pensiero, compensata però da alcuna innovazione nella forma e nei suoni. Furono detti codesti poeti anche Parnassiani dal Parnasse contemporain, edito dal Le-merre (1866, in-8°) con la collaborazione della più parte di cotesti poeti, fra i quali Arsene Houssaye, Th. Gautier, Carlo Baudelaire, F. Coppée, Stilli/ Prudhom-me, etc. Codesta scuola fu espressione di forze giovani e ribelli che fusero, pescosi dire, nella nuova arte l'elemento romantico della passione e la raffinatezza classica della cesellatura e del suono. In questo amore della raffinatezza sta la ragione del nome. E sta altresì nel fatto che, corno esiste l'alba, il meriggio e il tramonto, così esistono varie tendenze del pensiero artistico e letterario e ciascuna, secondo la sua ragiono, ptiò avere particolari bellezze e fascini. Carlo Baudelaire, paragonando l'accademismo classico ad una «matrona rustica, ripugnanto di salute e di virtù, senza contegno e senza espressione », dice cho la letteratura di Decadenza è come « una di quello imporioso bellezze cho dominano la momoria, che congiungono al profondo fascino naturalo tutta l'oloquonza dol vestirò: signora do' suoi movimenti, eoscionto e di sè stessa regina; voco armoniosa come bon temprato


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Dizionario Moderno
Supplemento ai dizionari italiani
di Alfredo Panzini
Ulrico Hoepli Milano
1905 pagine 553

   

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