Dizionario Moderno di Alfredo Panzini

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      Coc ~ 100 -- Codin Pistoia. Coccarda è parola radicata nell'uso e registrata nei lessici e. dalla Crusca con esempio del Papi. La usò il Bresciani ed il Giusti nel Brindisi di Girolla. È una delle molte voci francesi, venuta con la Rivoluzione e Napoleone.
      E lo mio amore se n' è ito a Siena :
      Portommi il brigidin de' tre colori.
      Dall' Òngako.
      Cocarde è vocabolo penetrato pur nella lingua tedesca.
      Cocco : specie di palma americana che produce noci grosse come poponi, le quali quando son fresche contengono un liquido dolce e rinfrescante; secche, una sostanza bianca e solidificata che mangiasi come mandorle, e se ne fanno anche bibite. Col guscio si lavorano vasi, coppe, ètc.
      Cochon : voce francese da coche, italiano cocca, cioè il taglio che si fa a detto animale per castrarlo. Anche questa parola talvolta occorre, giacché dire porco in certi casi metaforici e specialissimi è sgradevole e volgare, e cochon invece può suonar amabile, quasi un faceto rimprovero. Voce del gergo in tale senso, cochon = homme depravé.
      Coòàl : n. volgare su l'Adriatico del più comune dei gabbiani, cioè il Laro derisore (Larus rìdibundus), ottimo volatore sopra il mare e sopra i grandi corsi e bacini d'acqua continentali. S'intrattiene da noi, dove raramente nidifica, per lo più dall'agosto all'aprile. — Cocàl è sinonimo d' uomo inagrissimo, come pure d' uomo stupido, forse per l'immobilità della posa del gabbiano e per la sua abitudine di portare indietro e in basso il collo e la testa, forse anche perchè pessimo a mangiarsi, cibandosi di pesci. Del resto an-. che la voce toscana e italiana rispondente a cocàl, gabbiano (lat. gavia, onde gavia-nus) vale babbeo, stupido. E il giavàn milanese, che abbia la stessa origine? NB. Non confondasi, come spesso avviene, gabbiano con alcione. Alcione è uno dei tanti nomi dell'Alcedo ispida, detto, fra altro, Martin pescatore, Uccello Santa Maria, Piombino, Uccello del ghiaccio. E verde e azzurro superiormente, rosso bruno inferiormente. Bell' uccello, dal becco lungo e dalla coda breve, che s'in-
      trattiene lungo i corsi d'acqua, le paludi, le maremme, nutrendosi di pesci, d' insetti acquatici e di vermi. È comune e stazionario in Italia.
      Cocktail : così è chiamata una bibita americana, fatta di brandy o gin mescolato con zucchero ed acqua.
      Còcolo : bimbo, caro, cocco, cucco, uel dialetto veneziano, onde il verbo cocolàr.
      Cocomero : (cocùmer) in Lombardia non significa il frutto che toscanamente dicesi con tal nome e in Lombardia, Emilia, Romagna, anguria, bensì il cetriolo.
      Cocorita: corruzione della parola ar-gentino-spagnuola cotorrita, piccolo pappagallo: verde chiaro, più piccino di una tortora. Si distinguono tre specie di pappagalli secondo bellezza e grandezza, pappagallo, loro, cotorrita.
      Cocu : variazione della voce francese coucou; latino cuculus — cuculo. Per antifrasi questo nome è applicato al marito che ha donna infedele, per la ragione che ci riferisce uno scoliasta antico [Acrone, scoi, ad Hor. ' Sat. YI, 7] Cuculus avis hoc ritio naturali laborat, ut ora ubi posuerit oblila, saepe aliena calefaciat. Lo Scheler però propose più acuta etimologia, da coq = gallo, gelosissimo animale. C'est par une mètaphore analogue tirée d'un animai tout aussi ardent et jaloux que le coq que l'on a qualifié le mari trompé de cornard ou porte-cornes.
      Codeina: è un alcaloide dell'oppio: calmante nervoso, molto usato per la tosse.
      Codice: libro manoscritto, ma propriamente diconsi Codici i manoscritti antichi, i quali sono o sopra carta pecora, o carta bambagina ; onde si dicono o codici membranacei, o codici cartacei.
      Codificazione: parola registrata e sancita dall'uso: indica l'atto dell'inscrivere alcuna legge nel codice. Il conio della parola, nota secondo verità il Fanfani, è francese. Code = codice, quindi codifì-cation. In italiano è codice, quindi sarebbe codicificazione, brutta parola senza dubbio e che nessuno si sogna di usare. Dunque codificazione, notando che quando non si crea del proprio, bisogna accettare le parole necessarie quali gli altri


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Dizionario Moderno
Supplemento ai dizionari italiani
di Alfredo Panzini
Ulrico Hoepli Milano
1905 pagine 553

   

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