Dizionario Moderno di Alfredo Panzini

Pagina (88/586)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      lìon
     
      BonBonne atout faire: così ho inteso molte signoro denominare la donna di servizio cho fa di tutto in casa. Ora essendovi la cuciniera o cuoca per far da mangiare, la cameriera perle stanze, la guardarobiera per la biancheria, dicendo donna di servizio o semplicemente donna come di fatto si dice, si intende appunto, per accettata esclusione, la domestica bonne à tout faire.
      Bonne heure (à la): modo franceso, comune anche da noi, cho serve ad indicare una specie di approvazione, manco male, vada pure. Lo registra il Manuzzi con esempi, il Tommaseo con esempi dell' Orlando In. (Berni) 25-29 e di altri. Lo usa il Manzoni ove Don Ferrante dice: « Che in tutte le cose di casa, la signora moglie fosse la padrona, alla buon' ora ; ma lui servo, no . P. S. Cap. XXVII.
      Bonne mine à mauvais jeu (faire): questa frase francese è non rara da noi : la traduzione letterale : far buon viso a cattivo giuoco non ha efficacia perchè il valore di un motto consiste nella sua forma fissa e tipica. L'italiano no avrebbe uno alquanto affine di senso : mangiar amaro e sputar dolce. Il dialetto milanese dice: mangia fèl c spiià mei. Se gli italiani studiassero con più amore i loro dialetti, troverebbero quanto di vero è nella teoria dantesca riguardo alla lingua !
      Bonnetto : è parola non registrata nei nostri lessici, difatti è la versione di bon-net francese: però è parola molto in uso, specie fra' militari, ne' collegi, etc. La parola italiana è berretto, dal basso latino birretum, cioè cappello fatto in origine di stoffa rossa, pìrros. Il francese ha la parola barrette che deve essere la versione di berretta, e l'usano per indicare lo zucchetto dei preti o il cappello cardinalizio. Il Melzi accoglio bonetto.
      Bonomia: per bonarietà è ripreso come gallicismo (bonliomie). Bonomia è così dell' uso che lo sfuggirò talo parola domanda uno sforzo di riflessione, corno avviene per molti gallicismi, o prosunti tali. Certo è un doppione do' soliti.
      Bons-mots: arguzie, facezie, meglio che barzellette o lepidezze. La parola franceso è in grande uso fra noi. Bon mot nonsempre indica la facezia arguta e fine ma dicesi anche quando essa è di cattivo genere: onpeut donc dire, en plaisantant, un mauvais ou un méchant bon mot. Dando però, come di solito si intende, alla parola bon mot senso buono, vedasi come essa è resa elegantemente e signorilmente in questo periodo del Boccaccio (.Decameron, giornata VI, novella Ij: « Giovani Donne, come nei lucidi sereni sono le stelle ornamento del cielo, e nella primavera i fiori de' verdi prati, e de' colli i rivestiti arbuseelli, cosi de' laudevoli costumi e de' ragionamenti belli sono i leggiadri motti: li quali perciò che brievi sono, tanto stanno meglio alle donne che agli uomini, quanto più alle donne che agli uomini il molto parlar si disdice. » Provisi in mezzo a questo magnifico ed estetico periodo a incastrare la voce tronca bon mot e l'effetto sarà spiacevole. Senza venir meno al proposito di trattare la materia intrapresa solo dal lato filologico e storico, nè ambendo al nome di purista e di grammatico, tuttavia per l'amore della gloriosa nostra favella mi si voglia concedere venia se mi accado di far talora questioni di lingua. Il vero è che la nostra favella è di così fine ed artistica struttura che facilmente si deforma e deformata, ben poco vale. Ciò è in altri passi di quest' opera ripetuto, e qui mi piaco riportare queste buone ragioni in proposito del Romanelli, op. cit., pag. 129, in nota : « Si è detto che il privilegio di disputar sempre di lingua era dei Latini, ereditato poi da noi Italiani. Ma i Greci ne han disputato anch'essi non poco, gli uni censurando gli altri, anche prima del periodo filologico degli Alessandrini. Di Eschine, ricorda Cicorono, cho ora solito di esaminare diligenter verborum omnium pondera, e alcuni vocaboli altrui gli sem-bravan duri, ingrati, intollerabili, ut Aeschini ne Demosthenes quidem videre-tur attice dicere(Orat., YIIl.)3f«, insomma, se da noi se ne disputa assai, vuol dire che la lingua nostra è qualcosa di geniale, di artistico, dove tuia stonatura ci si sente. Ma questo ò inutile predicarlo a cortuni che, pur d'ingommare lo pagine eli citazioni, utopio, paradossi, ora-


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Dizionario Moderno
Supplemento ai dizionari italiani
di Alfredo Panzini
Ulrico Hoepli Milano
1905 pagine 553

   

Pagina (88/586)






Manuzzi Tommaseo Orlando In Berni Manzoni Don Ferrante S. Cap Melzi Boccaccio Decameron Donne Romanelli Latini Italiani Greci Alessandrini Eschine Cicorono Aeschini Demosthenes Orat Bon