Dizionario Moderno di Alfredo Panzini

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      Aveda un curo amico mio, il quale essondo commissario in un concorso di maestri o maestre elementari per uno de' più grandi Comuni del Regno, ebbo occasiono di scorrerò parecchie centinaia di componimenti,, ne' quali la scrittura doli' ò, ài, à si alternava con quella doll'Ao, hai, ha. Egli, adunque, scriveva in una sua relazione : «Un certo numero di candidato seguequella grafia cho alcuni grammatici e lessicografi — il Petrocchi innanzi tutti —hanno messo in onore ; cioè di scrivere ò, ài, anno por ho, hai, hanno, etc., di abolire i dittonghi chiamati mobili, uo, ie, seguendo il suono della pronuncia toscana, onde bono. scola. celo, etc. Senza entrare in una questione grammaticale, è nostra opinione cho il bisogno di creare dello nuove difficoltà e disparità ortografiche di carattere artificioso montre ne esistono tante altre di carattere reale, non sia sentito dai più. Aggiungasi che tanto i migliori e più lodati prosatori e poeti quanto gli scriventi nella lingua corrente (confronta i giornali) preferiscono la vecchia grafia. Che se anche si dissentisse dalla opinione qui espressa, una via conviene scegliere per la scuola, cioè o imporre a tutti l'uso della nuova grafìa o acconciarsi alla antica. Ma che un duplice metodo dobba o possa essere seguito nelle scuole, le elementari in ispe-cie, ove è bene che le norme siano poche ma salde, non ci sarà persona di buon senso o senno pratico che voglia ammettere ».
      Avere ed Essere : il primo aiuta ogni verbo attivo e molti verbi neutri nella formazione dei tempi composti, il socondo il passivo in tutti i suoi tempi, e la maggior parte dei neutri nei tempi composti. «Rimettendomi alle grammatiche e segnatamente a quolla del prof. Fornaciari per le regolo più particolari, qui avvertirò il lettore cho voglia guardarsi di darò al verbo vivere por ausiliario il verbo avere, e che non dica, io ho vissuto, ma io sono vissuto. S'intende cho quando questo verbo acquista natura di attivo, allora prondo per ausiliario avere : ho vissuto una vita infelicissima. Un'altra ossorvaziono cho sarà utile spocialmonto ai non toscani : i tempi composti dei verbi dotti servili, dovere, potere, o volere, quando sono inA. Fanzini, Supplemento ai Dìxionarì italiani.
      costrutto coli' infinito di un altro verbo, ricevono per regola, senza eccezione, l'ausiliare stesso che riceverebbe quell' infinito, so fosse coniugato ne' suoi tempi-composti. Così ho dovuto, ho potuto, ho voluto scrivere questa lettera, fare questa faccenda, regalare questo libro etc. e son dovuto, son potuto, son voluto andare, finire, morire, etc. Coi verbi riflessivi, reciproci, o pronominali, l'ausiliare è sempre essere : mi son ferito, ci siamo battuti, mi sono comprato una casa. » Così il Rigutini con buona sintesi. Quanto al verbo venire, che molti usano indifferentemente invece di essere come ausiliare del passivo, conviene avvertire che solo in alcuni speciali casi può riuscire efficace e proprio.
      Avere alcuno in tasca: modo familiare, usato in Toscana e altrove e significa infischiarsene,provar repulsione, disprezzo.
      gioco che l'hanno in tasca come noi.
      Giusii, 5. Ambrogio.
      Avere un diavolo per capello: locuzione familiare e comune di qualche nostra regione e vale essere, specie per alcuna determinata cagione, inquieto, cattivo, nervoso, operando o parlando in modo conforme.
      Aver gli occhi di bove o di bue: locuzione nostra familiare che significa veder le cose esagerate, di maggior importanza che elle non siano. Opina il volgo aver le pupille del bue facoltà di veder ingigantiti gli oggetti, onde trae argomento per ispiegare la docilità.
      Aver le mani in pasta: locuziono nostra familiare cho significa aver ingerenza, pratica in qualche faccenda. Traslato evidente dol fornaio che lavora la pasta o sa tramo fuori il pano lui, moglio o più spiccio dogli altri.
      Aver piena l'anima o le scatole di, otc. : modo familiare e vaio non poterne più, essere seccato, stufo di cosa alcuna, e simili. Altro invoco è aver l'anima piena, cho ha nobilo sonso di passiono o di sentimento cho pervado o domina l'anima.
      Aves: così in Lombardia i tecnici chiamano i divorsi piani a cui si trovano lo
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Dizionario Moderno
Supplemento ai dizionari italiani
di Alfredo Panzini
Ulrico Hoepli Milano
1905 pagine 553

   

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