51 la divina commedia
i Troni, che tanto più si dilettano quanto più profonda è la loro visione di Dio. La beatitudine consegue dunque sempre alla visione : la visione è proporzionata al merito; il merito è proporzionato alla grazia divina e alla buona volontà che con la grazia coopera. La seconda gerarchia, pur essa ternaria, che canta sempre Osanna in triplice melodia, abbraccia Dominazioni, Virtù e Potestà. Nei due penultimi cerchi stanno Principati e Arcangeli; l'ultimo è tutto di Ludi Angelici. Tutti questi cori mirano, in alto, verso il Punto, e in basso vincono gli uni gli altri, tirando sempre a mirare il Punto. Dionisio già in terra seppe classificare e nominare questi cori angelici ; Gregorio si staccò dalla dottrina di Dionisio, ma poi qui in cielo rise del suo errore. E se Dionisio potè invece essere nel vero, ciò gli fu discoperto per rivelazione da San Paolo. »
CANTO XXIX.
Per un istante Beatrice si tace; indi, riprendendo il discorso, continua: «Senza che tu parli, io leggo i tuoi dubbi nel Conspetto Eterno. Sappi che Dio ha creato gli angeli non per accrescere la propria beatitudine, ma perchè le emanazioni del suo fulgore, risplendendo di per se stesse gioissero della coscienza della loro esistenza. Nè prima della creazione Dio rimase inerte, essendo la creazione fuori dai limiti del tempo. Istantaneamente intere, stnza principio, nè mezzo, nè fine, furono create la forma pura, la materia pura e la congiunzione d'entrambe ; e insieme con queste tre cose fu creato e stabilito l'ordine loro. Le sostanze puramente attive, cioè gli angeli, furono poste nel punto più alto, sopra i