46 I-A DIVINA COMMEDIA
cielo, si celano in terra, onde non si jxjssono ammettere se non per fede, la quale pertanto è la loro sostanza. E la verità delle cose soprannaturali che si credono non si può inferire se non dalla fede; onde questa assume carattere di argomento. » « Se ogni dottrina fosse appresa così bene, non ci sarebbe adito ai sofisti. L'esame sulla definizione della fede è soddisfacente. Ma dimmi, questa fede tu la possiedi? » « Io l'ho cos: intera e perfetta, che nella sua forma nessuna cosa mi è in dubbio, s o E quale è stata per te la sorgente della fede? » e La grazia che piove largamente dallo Spirito Santo sulle pagine della vecchia e della nuova Scrittura. » « Ma per qual motivo tu ritieni che le Scritture sieno ispirate da Dio? » « Per i miracoli. » « Ma chi ti dà la prova dei miracoli? Non altro che queste stesse Scritture, la cui divinità è appunto da stabilirsi. » « Anche se non c'è prova per gli altri miracoli, basterebbe la conversione del mondo al Cristianesimo, tradotta in atto da gente povera e incolta, per costituire il miracolo più grande. Purtroppo ora la buona pianta della fede è inselvatichita e non dà frutto alcuno. »
A queste parole, la Corte dei beati intuona il ® Te deum laudamus. ® a Va bene, riprende San Pietro, tutto ciò che fino ad ora hai risposto. Ma ora devi dirmi l'essenza e la cagione della tua fede. » a Io credo in Dio solo ed eterno, che muove, senza esser mosso, con amore e con desiderio, tutto il cielo. Di questa fede assumo le prove fisiche e metafisiche e le testimonianze di Mosè, dei profeti, dei salmi, del Vangelo e degli Atti degli Apostoli. E credo in tre persone in una sola Essenza: e di questo mistero più luoghi del Vangelo