n. paradiso
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   guerla. Intanto i beati, tutti insieme, in uno slancio ili ardente carità si protendono verso l'alto; poi s'arrestano cantando con infinita dolcezza i' « Regina coeli ». Quanta ubertà di beatitudine e «-lì gloria in quelle luci che tanto santamente hanno vissuto ia vita terrena! Qui in cielo si raccolgono i frutti di tutti i dolori, di tutte le rinuncie! Qui trionfa, nel nome di Cristo, coll'as-semblea dei beati del Vecchio e del Nuovo Testamento, San Pietro.
   CANTO XXIV.
   Beatrice prega l'eletto concilio dei Beati di irrorare Dante dell'acqua del Fonte divino; e le beate luci si aggirano come sfere su perni fissi, fiammeggiando a guisa di comete e danzando con diversa velocità a seconda de! diverso grado di beatitudine. Dalla danza più bella e più lucente esce un fulgidissimo fuoco che si aggira tre volte intorno a Beatrice cantando un'ineffabile canto. E questa lo prega d'interrogare Dante sui quesiti più e meno essenziali della fede, materia ben adeguata al regno, che per mezzo della fede, ha acquistato i suoi cittadini. A queste parole, il poeta si prepara mutamente, da buono scolastico, ad addurre le prove prò e contro la questione proposta dal maestro. « Che cosa è la Fede? o chiede lo spirito di San Pietro. E Dante, avuto da Beatrice l'assenso alla risposta, e invocata la grazia, risponde: o Secondo il concetto di San Paolo, l'essenza della fede è la sostanza delle cose sperate e l'argomento delle non parventi, b ® Sta l>ene; ma perchè la fede è definita per sostanza e per argomento? » a Perchè le cose le quali sono vedute in