II. PARADISO
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ciò che era stabilito per oggi. Il terzo è lo spirito di Costantino, fattosi Greco per cedere Roma al pontefice. Ora egli conosce che le disastrose conseguenze della sua donazione non gli sono qui imputate a colpa. La quarta luce è quella di Guglielmo il Buono di Sicilia che qui s'accorge quanto sia diletto al cielo un principe veramente giusto. L'ultima luce è quella di Rifeo troiano, che i più credono dannato, e che qui molto conosce della grazia divina. » —
L'aquila s'arresta, quasi contenta della dolcezza delle sue ultime note; e Dante non può trattenersi dall'e-sprimere il dubbio, suggeritogli dalla presenza in Paradiso dei due Pagani, Traiano e Rifeo. E l'aquila, fattasi più fulgente per la letizia e per la carità: * Io vedo — dice — che tu accogli queste cose con fede devota, ma senza esserne persuaso. Ora tu devi sapere che il regno dei cieli ben può cedere all'affetto e alla speranza degli umani, che riescono cosi a vincere la volontà divina, non per prevalenza di forza, ma perchè essa stessa desidera di essere vinta. Traiano e Rifeo sono usciti dai loro corpi già Cristiani, credendo il jxrimo in Cristo venuto, il secondo in Cristo venturo. Traiano risuscitò dall'Inferno, per premio di viva speranza, infusa in ardenti ed efficaci preghiere; e nella seconda vita tanto arse di fede da sortire questo cielo. Rifeo, per grazia suprema e imperscrutabile, pose alla giustizia in terra tutto il suo amore; e Dio in compenso gli rivelò la redenzione futura j ed egli lasciò allora il Paganesimo e lo biasimò nei contemporanei; e fu battezzato sotto l'auspicio delle tre virtù teologali. Misteri della predestinazione! E se noi beati non sappiamo renderci conto della vera scrte che spetta