Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      I DEUUE BEVANDE GHIACCIATE 161
      rhiacciare, rapportando la sentenza d' alcuni che credettero che '1 freddo agghiacciando l'acqua sprema le flirti più sottili, le quali da essa si partano e via sen folino, donde addivenga che l'acqua agghiacciata scemi Questa fu l'opinione d'Ippocrate, gran maestro di medi-[ina e da esso per avventura 1' apparò Aristotile, rapportato da Macrobio e da Gellio, comprovandola cosi iome Ippocrate la dimostrò.
      Che l'asprezza del freddo cirsondante alcun liquore lo sprema si che faccia evaporare alcune parti sOttilia-lime egli è certissimo, nò in ciò s'ingannarono quei va-[ent'uomini. Noi proviamo che '1 vino agghiacciando vanisce e che strutto diviene scipito e senza spirito. [/ acqua, cosi come gli altri liquori che son pregni di iria, congelandosi continuamente tramanda fuori in gran numero piccolissime bolle d'aria, finattanto che tutta rappigliata non sia. Queste botticelle che sono come punte d' ago, facendosi nel voto l'agghiacciamento ingrossano e si dilatano, sicché agguagliano un grosso capo di spillo, conciossiecosachè proprietà dell'aria sia 1 dilatarsi per la sua forza elastica smisuratamente nel roto, ove dall'aria circoustante non è gravata e compressa e stivata. Nè improbabile potrà parere agl'intendenti delle cose naturali che in questo bollore e sconvolgimento di parti ed evaporazione d'aria, molto dello spirito del vino parimente svapori sciolto e sospinto dall'aria che prorompe. S'ingannarono bensì quegli uomini dottissimi nel credere che l'acqua scemasse per congelazione. Primieramente l'acqua tosto che in alcuna sua parte più ferita dal freddo esterno comincia a rappigliarsi, comincia altresì a crescere ed allargarsi, nè lascia di stendersi sempre più e dilatarsi, finché l'acqua tutta quanta ella è sia ben assodata e congelata. E se per avventura egli avviene che venga ristretta e rac-ehiusa di tal maniera che non possa liberamente distendersi, rompe e schianta ogni riparo e s'apre la stradaAverani li


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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