Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      L t II O K l: XIV.
      DELLE BEVANDE GHIACCIATE.
      Simonide, poeta leggiadrissimo edjinventore dell'arte della memoria, graziosamente a cena ricevuto da un amico, vedendo mescersi dal coppiere il vin caldo, compose all'improvviso un gentilissimo epigramma rapportato da Ateneo nelle Cene de*savi, leggiadramente chiedendo della neve del monte Olimpo per raffreddare il vino, e conchiudendo che non conviene dare agli amici sul principio della tavola bevande calde e non ghiacciate, Temendo che un simigliante rimprovero di rustichezza non m'incontri per avervi apprestato nella passata adunanza tante sorte di bevande senza '1 dolce conforto del ghiaccio e del fresco che le ingentilisse, ho deliberato adesso di presentacele di nuovo pił aggra-devoli e gioconde»
      Gli antichi apparecchiando preparavano bevande fredde e calde per diletto dei convitati, e l'acqua principalmente, come riferisce Luciano ed accenna Giovenale;


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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Ateneo Cene Olimpo Temendo Luciano Giovenale