Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      144 LEZIO ICE UNDICESIMAmio avviso non era grato e delizioso, ma spiacevole ed ostico e fatto, se ben m'avviso, con legno di mirra pestato ed infranto, e tenutovi entro in infusione, e forse anche con forza spremuto. Galeno tra'Icnitivi del dol#re annovera la bevanda di mirra principalmente; ed ag. giugne che largamente bevuta o uccide o fa impazzare. Servendo dunque a stupefare e per poco ammortire i sensi, davasi ar tormentati e con essa prepara vasi taluno alle percosse, come riferisce Apuleio. Fu data ancora a Cristo, signor nostro, passionato crudelmente pei nostri peccati e crocifisso, siccome insegna il Vangelo, le cui parole cementando S. Girolamo, scrive cosi: TJaque hodie, Jttdcei, et omnes increduli Dominici re-Éurrectioni$i aceto et felle potant Je&um , et dant ei vinum myrrkatum, ut cum coneopiant, et mala eorum non videaU


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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