Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      Dell' uso pf/ brindisi e delle corone.
      Quel reo e vituperevol costume di necessitare a bere tutti i convitati quando altri bee, quantunque dagli uomini saggi abborrito e condannato , fu sempre mai ricevuto comunemente. Laonde la Sacra Scrittura acconciamente narra, che Assuero nel solenne banchetto che fece a tutto il popolo di Susa, comandò che tutti a suo senno beessero, senza che alcuno fosse forzato a bere; Nec erat qui nolentes cogeret ad bibendum; sed aicnt Rex 8tatuerai, prfvponcn* mensis singulos de primoribus 8ui8j ut sumeret quisque quod velici. Sant'Agostino, o chiunque sia 1' autore del sermone dell' ebrietà, detesta questo vizio, e Tabbomina: Per inimicavi amicitiam adiurare komines «ora erubescunt, ut potum , amplius quam oporteat % accipiant : e quindi soggiugne : Quam multi 8unt, qui ebriosos et luxuriosos , amplius quam oportet, cogunt biberc. K con ragione ; perciocché questo ncquissimo costume dritto conduce all'ubriachezza. Alceo saggiamente 1' additò :


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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