Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      84 LEZIONE SETTIMAportavano i bicchieri, e le vivande in tavola Tifa^jm^ ' rcourra, come ai vanta quel cuoco presso Ateneo, e questi in gran numero:
      Centuhi alice totidemque pares alate ministri,
      Qui dapibus mensa* onerent} et pocula ponant.
      Altri che assistevano alla tavola attenti e cheti per osservare tutti i cenni de'convitati, ed esser pnesti a servirgli. Filone, della vita contemplativa, dopo aver descritto il loro abito, soggiugne: adorni in questa guisa si 8tanno osservando i cenni, che cosa ciascheduno addimandi : e Seneca, nella pistola 47: At infeli-cibus servis movere labia , ne in hoc quidem, ut lo-quantur, licet. Virga murmur omne compescitur, et ne fortuita quidem verberibus excepta sunt tussis, sterna-tamentum, singultus; e poco dopo: iYocte tota ietuni1 mutique perstant. Or sentite che cosa facevano: Cum ad ccenandum discubuimus alius sputa detergit: alius reliquias temulentorum subditus colligit: alius predo-sas aves scinditi con quel che segue,
      Nè vi credeste già, che questi ministri fossero brutti, e lordi e vestiti di schiavine, con orride facce, ed irsute barbe» Guarda che ve ne fosse alcun vecchio, o contraffatto, o mal acconcio. Sceglievano tutti giovani belli, avvenenti, leggiadri, senza pelo, adorni e addobbati ne1 vestimenti, con ricche e attillate robe indosso. Udite come gli descrive leggiadramente Filone : Ministrando schiavi forinosi e di piacevole aspetto, ricercali anzi per rallegrare la vista de* convitati, che per lo presente ministerio. I più giovinetti fanno da coppiere ; i più grandicelli portano V acqua ; tutti ben lavati e nitidi e lisciati con la chioma innanellata e crespa, la quale nudriscono o non tosandosi o pur tagliando in giro dalla fronte i capelli, con camioie jì» nitrirne e bianchissime, cinti che d' avanti arrivino


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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Tifa Ateneo Seneca Yocte Cum Filone Ministrando Filone