Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      delle preziosità' delle mense ecc. 67 altra faccenda non avevano, che battere e tormentare gli altri servi per gli errori commessi:
      Hic frangi$ ferula*, mbet ille flagello,
      Hi* scutica: sunt qum tortoribus annua press tant;
      dice Giovenale: ed è nota la crudeltà di Vedio Politone, che comandò gittarsi nel vivaio alle murene un me-schinello e sventurato servo, che rotto avea disavvedutamente un bicchiere di cristallo. Per la qual cosa fu d' uopo che Adriano Imperatore, e poscia Antoniuo pio, raffrenassero si smoderata crudeltà, vietando a'pa-droni di dar morte a'loro servi, e forzandogli a vendergli se troppo crudelmente gli trattassero. Il pericolo dunque del severo gastigo rendeva tutti attenti, e destri , e presti al servizio del padrone. Laonde ne' conviti , ne' quali singoiar cura ponevano quei che gaiamente vivevano, tutto era ben disposto, e accomodato: tutto ricco, e dovizioso: tutto nobile, e signorile. La preziosità de' Ietti, delle mense , de' vasellamenti : la maestria, la numerosità, la bellezza, la leggiadria di quelli che ministravano, splendido, magnifico e superbo rendevano l'apparato de*conviti. Delle quali cose paratamente è mio intendimento di favellarvi, con quella maggior brevità che potrò.
      Le letta, ove giacevano mangiando i Romani, con pnmle di rimprovero cosi descrive Filone nel Trattato della vita contemplativa. Hanno le letta di tartaruga, o d'avorio, o d' altra j>iù preziosa materia, ingemmate per lo più , coperte con ricchi cuscini broccati d' oro , e mescolati di porpora, o tramezzati con altri vaghi e diversi colori di fiori per allettamento dell'occhio. Carvilio Pollione, cavalier romano, per ritrovare nuovi strumenti di lussuria t sagacissimo d'ingegno, trovò il primo la maniera di segare in lamine le tartarughe, e ricoprirne i letti; ed egli stesso fu l'inventore, e 1 ri-


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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