Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      66 lezione sestamoltitudine dinotare volendo, gii addita col nome di popolo :
      Tunc famulce mtmerns turbcR, populmque minister. e Siiio Italico:
      Non una ministriTurba gregis.
      Virgilio nel convito di Bidone esprime il numero, ed i ministeri paratamente divisa:
      Quinquaginta intus famulce, qtribtis ordine longo Cura pentivi struere, et flammis adolere Penates: Centum alice, totidemque pares (etate ministri, Qui dapibus mensas onerent, et poetila ponanLQueste descrizioni, avvegnaché poetiche, dimostrano la splendidezza, e la magnificenza degli antichi, e la mol-titudine delle persone destinate al servizio della mensa. Le quali tutte i loro ministeri con somma cura e destrezza eseguivano. Seneca nel Trattato della brevità della vita, rimprovera Romani cotal vana sollecitudine e diligenza: Convivia meherele korum non po-suerim inter vacantia tempora, cum videam quam sol-licite argentum ordinent; quam diligenter exoletortim suorum tunica8 mccingant; quam suspensi sint, quo-modo aper a coqw* cmsus exeat; quanta celeri tate signo dato glabri ad ministeria decurrant Vedete quanto erano attenti, e soverchiamente scrupolosi, che *I tutto fosse ben ordinato, e con avvenenza e leggiadria serviti fossero i convitati. Nè fia di ciò maraviglia; perciocché i mancamenti si pagavano con fieri tormenti, e non rade volte eziandio colla vita. Avevano alcuni Bervi, che dal loro mestiere si chiamavano lorarii, i quali


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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