Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      degli antipasti e delle seconde mense 59
      Quoniam vacuis committere venis Nil nm lene dcceLQuelle diverse appellazioni ho voluto qui paratamente riferire per correzione del nostro Vocabolario, che la parola antipasti traslata in latino propoma, parola greca, e non mai usata dalmoni scrittori latici, alla qual po-trebbesi acconciamente sostituire promulsis.
      La seconda parte della cena non aveva alcun nome proprio e particolare, ma riteneva il nome generale di cena; e la principal vivanda di quella l'addimandavano caput cocnaSr* La terza si trova talvolta detta mensa po* morum, e comunemente sectindce mcnscs, e da Marziale con parola greca si nomina epidipnides. Il medesimo Marziale proverbiando un certo Cecilio, che aveva fatto una copiosa e deliziosa cena tutta di zucche, per accrescimento rettorico, chiama ciascuna parte da per sè, cena : distinguendo l'una dall'altra solamente per numero:
      Has prima feret, alterave cana Has ccsna tiòi tertia reponet:
      laonde qui le seconde mense vengono chiamate terza cena.
      Nella prima parte della cena apponevano cibi appetitosi e gustevoli, e stimolanti la fame, e massimamente ortaggi e salse acre, ed irritanti la gola. Orazio, serra, vili, lib. 2.
      Aorta circum Eapula, laetuccRj radices quali a lassum Pervellunt stomachimi, siser, alee, foccula Cod.
      e Marziale:
      Affisriur protimis ingens Inter lacUtcas oxygarumque liber.


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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