Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

Pagina (49/157)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      DEIXE CAB»! 49
      et inventa sunt milite conditura, quibu* aviditas excitare tur: qua desiderantibus alimenta erant, onera sunt plenis. Eliogabalo, per ampliare l'arte del ben mangiare e dilatare il vasto imperio della gola, propose gran premj a chiunque avesse ritrovato una qualche buona saUa, o saporito manicaretto : e se per a vventura non fosse piaciuto, condannava 1' inventore a sempre mangiare fino a tanto che ne avesse ritrovato un più piacente e gustevole. Mangiava egli sempre i pesci cotti in maniera che il natio colore ritenessero come se viventi fossero e guizzanti nell'acqua del mare, facendogli nuotare in un guazzetto del colore dell'acqua marina* Ma di questi guazzetti e manicaretti ne avevano innumerabili; e gli chiamavano in genere tura, o più specificatamente ius nigrum. Cicerone nella quinta Tusculana: negavit se jure ilio nigrof quod cana caput erat delectatum* Credo che in questo luogo um nigrum sia quello che noi diciamo lo stufato.
      Le salse, però ordinarie e comunali erano di tre sorte, il garo, la muria e V alece: tutte fatte di pesci macerati nel sale e disfatti e stemprati e spremuti, e però gli scrittori sovente le dicono facem et saniem. Orazio:
      Ego faceva prvmus, et aleeInvenu
      e Manilio:
      ifino sanie* pretiosa fluita ftoremque cruori* Evomit, et mixto gustnm sale temperat oris.
      Seneca nella pistola 95. Quid illud sociorum garum, pretiosam malorum piscivi» saniem non credìs urera salsa tabe pracordiat E Plinio: ut est Maputrescentium sanies. E Marciale, iib. xra, ep. 37«
      iofmirf. 4


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

Pagina (49/157)






Tusculana Credo Evomit E Plinio Maputrescentium Marciale Eliogabalo Cicerone Orazio