Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      scrive del Fato: Allatus est forte Scipioni acipenstr ¦ qtri admodum raro cupitnr ; sed est piscis , ut fernnt t in primis nobilis. Il perchè tra per la rarità e per U nobiltà e per la delicatezza dei pesce, si vendeva a carissimo prezzo , scrivendo Ateneo che anche i piccioli valevano almeno cento scudi. Laonde Lucilio rimpro» vera a un ccrto Gallonio trombetta lo scialacquamento del p^ynonio tutto dissipato in comperare storioni « spanuocchi,
      0 rubli, o gurges Galloni, cs homo miser7 inguit, Cimasti in vita nunquam bene, cum omnia in ista Consumis squilla, atque acipensere cum decumana.
      Per la qual cagione costui era uomo di mal nome, e dì mala taccia, come scrive Orazio:
      Ilaud ita pridem Galloni prceconis crat acipensere mensa Infamie.
      Osservate che questo buon trombetta cercava gli sto* rioni più grò si e smisurati, e come dice Lucilio, cumani. Decumano presso ai latini significa massimo; perchè la decima onda, che nelle tempeste inverso la nave B'avventa, si è la maggiore di tutte. Per vero dire ancor*io sono del sentimento di costui; perchè questo pesce f per grosso e sterminato eh* e1 sia ^ non lascia d'esser delicatissimo, e per sapore di gran lunga i piccoli sopravanza. Fu in tutti i tempi deliziosa, ed ebbe sempre grido tra' ghiotti : e se non fosse soverchio ardire, starei per non credere a quelle parole di Plinio: nullo nane in honore est; conciossiacosaché Marziale., che pur visse ne* medesimi tempi, dice che gli storioni sono bocconi da imperadori. . *


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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