Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      LEZIONE TERZA.
      tempi e tutte le nazioni gli stessi cibi non pregiarono, nò buoni c delicati medosimamente gli reputarono.
      Gli antichi, de' quali nel prossimo ragionamento vi promisi di favellare, e massimamente i Romani, stimavano più delizioso il pesce della carne. Scrivo Plutarco ghiotti addinmndarsi non i mangiatori di carne e di fortta ; ma beasi coloro che si stavano in pescheria con Menzione aspettando il cenno del campanello per poter prima d'ogni altro di buon pesce provvedersi. Alcune famiglie de/Romani trassero loro cognome da' pesci, dei quali si dilettavano. Sergio Orata , e Licinio Murena dall' orate e dalle murene furono cognominati t e forse da'muggini furono detti Mugillani i Papirii. Sergio Orata fu U primo inventore de1 vivai entro il mare nel seno di Baia, dove un'incredibile quantità di pesci adunava, e pescava, ed anzi che alla gola, al guadagno inteso, grandissimi profitti ne traeva. Per lo contrario Caio Irrio non per traffico , ma per lusso fabbricò il primo privatamente i vivai delle murene; e richiestone da Cesare, cui abbisognavano per le cene trionfali, non glio le volle vendere, nè permutare in altra qualunque mercanzia ; ma tratte da1 suoi vivai ben sci mila murene, gliele diede in presto a peso. Crescendo sempre questa frenesia d'aver doviziosi vivai d'ogni sorta di pesci ripieni, finalmente montò in tanto furore, che Fulvio Ir-pino ne fabbricò uno per le chiocciole diviso in vari regni e Provincie, dove separatamente soggiornavano le diverse nazioni delle chiocciole, che faceva venire fino dalla Dalmazia e dall'Africa, ed ingrassavate con farro , e con sapa; onde ingrossavano a dismisura, in guisa che i loro gusci capivano ottanta quadranti, come narra Varrone, o Plinio il riferisce. Ottanta quadranti farebbero quaranta libbre, pigliando quadranti dì se* stario : ma perciocché sarebbe ciò incredibile, stimo che si debba intendere de'quadranti del ciato; e secondo questa interpretazione monterebbe a quarant'onee, ov-


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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