Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      22 LEZIONE SECONDAmali e si buon bocconi fosse stato riempiuto. Ma dei cuochi e delle vivande e dell' altre cose attenenti ai conviti, da che non v'è rincrescevole questa materia , ne parleremo più distesamente in altri ragionamenti.
      Accresceva finalmente le spese smoderatamente la fastidiosa ingordigia, e affettata delicatezza de'ghiottl Niuno animale mangiavano tutto intiero faor che il beccafico : degli altri quella sola parte gustavano che al palato loro più gustevole e delicata sembrava ; ed era tenuto di palato rozzo e rusticano chiunque altra* mente facesse. Favolino appresso Gellio il racconta, e di passaggio V accenna Seneca con quelle parole: Et alia por tenta luxurice jam tòta anim a l ia fas tidie n -ti8, E Plinio: Nec tamen in hoc mangonis quicquam to-tum placet : hic clune, alibi pectore tantum laudatis. D' Eliogabalo scrive Lampridio, che a'suoi cortigiani metteva in tavola piatti grandissimi pieni di curatelle di triglie, di cervella di tordi, e di fenicotteri, d' uova di pernici, di capi di pappagalli, di fagiani , e di pavoni: ed in cambio d'insalate minute faceva gran piatti di barbe di triglie. Quando era in campagna ne'luoghi lontanissimi dal mare, pasceva fino i contadini di latte di ragno e di murena. In una cena pose in tavola eoi conto capi di struzzolo per mangiarne le cervella. Fa* moso e dispendioso oltre 1? umana credenza fu il piatto di cibrèo di Vitcllio impera dorè, che costò venticinque mila scudi. Per fabbricare questo grandissimo piatto edificò una fornace a posta alla campagna, e chiamollo lo scudo di Minerva, e fecelo anche d'argento il quale poi fu fatto fondere da Adriano. Nella dedicazione di questo scudo , cioè a dire di questo smisurato piatto, fecelo empiere dì fegati di scaro, che allora presso ai ghiotti tenca il principato tra'pesci, di latte di murena, per cui pescare aveva mandato le galere nel mar Car-pazio ed allo stretto di Gibilterra, di cervella di few giani e di pavoni, che erano in grandissima stima; e


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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