Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      XVI PREFAZIONEseriazioni filologiche, che & fonavano del continuo le officine tedesche e olandesi, e di cui il Proposto Oori atea raccolto da cinquemila, poche erano da star a paro con queste Lezioni.
      Il Giulianelli dice che V Averani avea alla ridondanza del fratello Benedetto fatta succedere in sè la castigatezza, proprietà, sceltezza e lima del culto parlare latino dei vecchi gin-risprudentij e così si era formato non meno del toscano un grazioso e sodo stile latino. Pare anche a noi che lo studio dei giurisprudenti romani , aggiunto agli esémpj della scuola del Galileo, informasse V Averani a quel suo fare reciso nella sua leggiadria, e ameno nella sua esattezza. I passi assai frequenti di poeti e prosatori latini ci fanno trabalzare un poco, ma sono brevi scosse ; e la via toma subito piana ed agiata.
      Dai sommi veri della filosofia ai fiori della poetica, dalle acque nanfe ni savori, VAverani tutto seppe, e conditi del suo stile piacquero così gl9 insegnamenti giuridici come gli aneddoti eruditi. Egli era si ricco, che, come Cleopatra-struggeva le perle nel vino. Ci piace che la musa gli abbia un giorno fermato la mano, e che queste perle di vaga forma e bellissima acqua siano state serbate a ornamento della no* stra collana di scritti inediti e rari.
      Cablo Tèoli.


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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