276 CAPITOLO, IV.
Anche per il simbolo oo oo, come per i precedenti, si assume quale valore il limite, al quale converge, per x a o per x = oo, la funzione, da cui proviene lo stesso simbolo: per la determinazione di siffatto limite, giova talora trasformare la funzione proposta, così che presenti uno dei simboli esaminati nei numeri precedenti e quindi si possa operare come in questi.
Esempi. 1°. Ì f Ì fi, dove f ed fi sono funzioni razionali di x ed uno dei termini possa essere anche razionale: essendo v' f Ì fi =
f fi
~=r, se f fi risulta costante, per x~
Ìf+\f
tato zero ; altrimenti, per x oo si ottiene il simbolo . Operando così
su b + (Vna-!!g x^n), si ha b + 2px_+_q- __
ynx2 + 2px + q + x y n
x 2» p
b+ i= -; e quindi, per a? = co, b + £==5 4-^=.
-t/ , 2p q H r 2 in y'n
2°. yx^ + ix2 2x 4- 2
(a;2 4- ix2 2x ~ 2)
x
a:2
V«2 + )'x2 2x -f- 2 x
2 2
I/i-
r X x'z . .
¡+-I+1
quindi, il limite per « = è
u
3°. ì - : per x = 0, si ha oo oo ; ma, essendo ^
x tang x ' '' x tang x
1 cos X , 1 _ 1 . , - 1 COS X 1 COS X
=---ed < , si avra 0 <---<---,
x sen x x sen x x sen x sen x sen x
, 1 cos x \ cos x , " « 1 1 cos a;
ossia 0 <---< --, da cui. 0 <--r- < .
x sena; sena; x tang a; yj cos2 a:
Ila: x
ed infine 0 <--7
x tanga; 2 1 2
sara
(146) lim {- - ì = 0. x 0 Va; tanga;/
170. Allorché i due termini di una data funzione frazionaria v non sono funzioni di una stessa variabile (0 di uno <1>