272 CAPITOLO, IV.
*»1_ m; n_ n_
?(«) + V? 1 («) V?2 (a) + .... = 0, 4>(a) y2 (a) .... = 0,
'H mj_
sarà identicamente: + («) + .... b
mj mj mg 1112
_ 0 te) - 9 («)] + [y^Tfcó - - [VyTw - y^Tw] + " " " "
l> (») - («)] [y - h («>] +....
Ora, tutti i termini del numeratore e del denominatore sono divisibili per x a: ciò è evidente (110) per [9 (x) 9 (a)] e per [c,i (x) t,i (a)]; per
m m
tutti gli altri termini, del tipo Vy(x) (o), si dimostra subito, per-
m_ m_ m in
chè ti{x) ~ t * ('> ^ ~ y^) . tW-TW 6l qual _
a: a 9 (a:) 9 (a) a; a '
<3otto il primo fattore ha il tipo della funzione considerata nell'esempio 8° precedente ed il secondo è noto (71).
CD 1X )
167. Quando la funzione frazionaria^^, perii valore a
di x, si presenta sotto la forma , cp e t]> convergono insieme
al limite zero, mentre a? converge al limite a (a destra od a sinistra); cioè, qp e <,> divengono insieme infinitesimi per x a.
Il loro quoziente come si disse, potrà avere per limite 0
un numero determinato e finito (in particolare zero) od infinito, ovvero non avere un limite determinato, secondo i casi. Questo limite, quando esiste, si suole chiamare in generale
(si assume come) il vero valore per x a della funzione ^.
Propriamente, siccome la continuità di 9 e tj) per x a, non determina la continuità del loro quoziente per x a, così si dovrebbe parlare
9
di vero valore della funzione per x a, solo quando si sapesse m qualche modo che il simbolo ^ proviene unicamente dalla forma anali-
cp
tica, sotto cui vien considerata la funzione e che inoltre questa è de-
finita in modo da aversi assolutamente la sua continuità (almeno a destra od a sinistra di a) : allora, trovato il vero valore per x a, rimane ristabilita la continuità della funzione nel punto a, la quale apparentemente ;
per x a coli'indeterminazione -jj- era interrotta. Così, nei casi a) e b)