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Come devo parlare in pubblico?
Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita
Jacopo Gelli
Ulrico Hoepli Milano, 1912, pagine 464

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   370 Capitolo terzo
   Ma ahimè! Le due città si potenti ed audaci che dovevano essere sorelle, erano rivali, divennero presto ferocemente nemiche ; anziché darsi la mano per difendere le coste della patria comune, si azzuffarono miseramente tra loro e tinsero più volte di sangue fraterno i nostri mari! La Meloria ! Chioggia! Quali nomi! Quali memorie dolorose !
   E vero : anche in quei tempi e in quelli che seguirono sino al termine del secolo XVIII la marina italiana rifulge di glorie immortali : basta rammentare Ruggero di Lauria, i Doria, avo e nipote, i Fregoso, gli Adorno, gli Spinola, i Dandolo, i Morosini, i Gra-denigo, i Bragadino, i Mocenigo, i Barbarigo e i Vernerò, gli eroi di Lepanto, gli Emo e tanti altri ; ma erano divisi, ostili tra loro, rappresentavano forze disperse talora messe a servigio dello straniero e la patria e la marina nostra caddero preda dei colossi, che sorsero in occidente e tramontana.
   Quanto più avventurati siamo noi dei padri nostri, o Signori ! Noi oggi vediamo non pure sopite, ma spente quelle gare miserabili, quelle lotte civili sì funeste, finite quelle guerre fratricide, che anche oggi fanno salire la vergogna sulla nostra fronte. Esse non sono più possibili. Oggi noi con gioia vediamo le nostre navi mercantili e da guerra confuse insieme approdare pacifiche a tutti i porti della penisola e delle isole nostre, correre sicure e rispettate tutti i mari, e aprire alla patria un'era novella. Pochi giorni or sono una squadra della nostra flotta entrava in un porto d'Italia accoltavi in mezzo agli applausi, reduce la prima volta da una spedizione militare e partita dai lidi di quella Cina, che Marco Polo, sei secoli sono, visitava e descriveva.
   Queste navi da guerra, che crescono ogni anno,
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