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Come devo parlare in pubblico?
Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita
Jacopo Gelli
Ulrico Hoepli Milano, 1912, pagine 464

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Discorsi vari intorno alla bandiera
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   Io penso a quei Romani, a quegli avi nostri, che al tutto ignari dell'arte nautica,'raccolti gli avanzi d'una galea cartaginese da una furiosa tempesta gittata là sul lido, seppero costruirsi in breve tempo la prima flotta; vi montarono sopra e affrontarono e vinsero le vecchie flotte cartaginesi, allora padrone del mare e noi ricordiamo ancora con órgoglio i nomi di Lutazio Catulo e di Duilio. Da'quel dì l'Italia nostra fu Signora del Mediterraneo, tramutato veramente in lago italiano. Il nostro dominio durò finché durò l'impero romano e cadde allorché questo si sfasciò sotto il peso degli anni, della corruzione e degli errori e sotto l'accavallarsi delle valanghe umane, che il settentrione versava senza tregua sopra il mezzogiorno.
   Per alcuni secoli l'Italia corsa in tutti i sensi dai barbari parve morta e morta con essa la sua Marina; appena alcune navi peschereccie osavano uscire timidamente dai porti ed erravano sulle nostre rive deserte. Ma in pieno Medio Evo, quando non una delle potenze navali, ora giganti, avea l'ombra d'una marina di guerra, se ne togliete il decrepito impero bizantino, reliquia del romano, Genova e Venezia sorsero come per incanto. Esse ben presto lanciarono le ardite prore delle loro galee in tutto il Levante, in Creta, in Cipro, in Egitto, in Soria, nell'Asia Minore, nel Bosforo, nel Mar Nero e vi fondarono fortezze, banche, fattorie, colonie e parvero raccogliere l'eredità dell'antica Roma. Dietro a Genova e Venezia corsero Amalfi e Pisa.
   Venezia, regina dell'Adria, Genova signora del Tirreno !
   Genova e Venezia, le due braccia più possenti d'Italia, unite con Milano avrebbero potuto chiudere per sempre le porte allo straniero e ristabilire il dominio del Mediterraneo e rifare la grandezza marittima antica,
   j. Gelli. 24