Capitolo terzo
Corte o per sollecitare gli amici e i conoscenti a rendere generale quella ristretta agli inscritti all'Associazione della stampa.
Se impegni precedentemente assunti con Voi, o Signori, mi hanno impedito di arrendermi all'invito di Paolo Fambri, mi sento lusingato dalla presenza in questa sala di tante illustri personalità, che hanno voluto aiutarmi nella riescita di questo tentativo lodevole di civile progresso.
Se mi dilungassi sulla opportunità e sulla necessità di costituire in Firenze una Corte d'onore permanente, predicherei a convertiti, da che da molti di Voi, qui presenti, a me venne la sollecitazione di questa eletta riunione, resa necessaria da alcuni recenti e deplorevoli abusi verificatisi in questioni cavalleresche. Quanti siamo qui raccolti sappiamo che lo scopo precipuo del tribunale d'onore, dovrà essere quello di determinare la misura della riparazione che un uomo civile deve all'eguale offeso, senza ricorrere alle armi.
Io sono certo che Voi, o Signori, stimati per l'ingegno e le nobili azioni, troverete ascolto nella cittadinanza, se riunirete le forze vostre per attuare l'invito che io vi porgo anche specialmente in nome di quello stesso Giureconsulto, il quale forzato a porre penalmente un freno al duello, sarà lieto di trovare il rimedio ad un atto deplorevole in una giuria di uomini egregi, la quale impedisca con la sua autorità morale che il sangue dei concittadini si versi per cause private, non aventi alcun rapporto con la difesa della Patria e delle istituzioni nazionali.
La missione della Corte d'onore permanente proposta si è quella di eccitare le persone oneste, che formano la maggioranza, a opporsi validamente ai parassiti della società, minacciami con la turbolenza loro la sicurezza e la tranquillità delle famiglie.