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Capėtolo terzo
stringere la mano che i Lombardi ed i Veneti spontaneamente e lealmente ci offrivano, e di formare cosė con essi una sola ed indivisibile famiglia.
Tali sono pur anco, nč altri potevano essere, i sensi da cui fu mossa la Commissione eletta nel vostro seno per esaminare quel progetto di legge.
Ritenendo essa che ivi si racchiudesse letteralmente espresso ed il voto dei Lombardi e dei Veneti, ed il trattato conchiuso col Governo provvisorio di Milano, non avrebbe esitato un solo istante ad opinare che se ne dovesse immediatamente, e senza indugio sanzionare l'accettazione. Tale era almeno il pensiero del maggior numero dei membri che la compongono.
Essi considerano che la prima, la pių assoluta necessitā per la salvezza comune e pel risorgimento italiano, quella necessitā dinanzi alla quale doveva tacere ogni altro riguardo, era la pronta e sincera unione. Per conseguirla non rimaneva altra via tranne quella di accettare il voto, come venne manifestato dai Lombardi e dai Veneti, di sanzionare il trattato nei termini, coi quali erasi stabilito tra il Governo del Re e quello provvisorio di Milano. Qualunque variazione o modificazione che si fosse introdotta intorno a quel voto od a questo trattato, non poteva a meno di compromettere o quanto meno ritardare il grande atto di unione, perchč non potesse in alcun modo variarsi ed efficacemente spiegarsi l'offerta di unione che ci viene fatta da un popolo libero se prima ei non vi consente: ogni variazione o spiegazione dal canto nostro si aggiungesse senza prima averne avuto l'assenso, ad altro non condurrebbe che a lasciare sospeso ciō che noi tutti ardentemente desideriamo di volere incontanente ed indissolubilmente compiuto.
I Lombardi e i Veneti avevano individualmente