Discorsi per la posa della prima pietra 113
de' nostri figli nelle discipline umane, nei doveri sacri di ogni cittadino verso la Grande Madre italiana.
Uniformandoci ai principi di onesta e saggia democrazia, che la modernità impone a governi e a governanti, noi pensammo essere principale compito di una retta amministrazione comunale quello di provvedere in modo stabile e decoroso alla istruzione dei nostri figli. E ciò pensammo, convinti che colui che trascura o non dà grande importanza all'istruzione elementare non è uomo dei nostri tempi; ma un fantasma ebete dei secoli trascorsi, smarrito in mezzo ai progressi e alla civiltà del nostro secolo.
Noi, che dalla volontà vostra fummo designati al governo dell'amministrazione cittadina, ben sentimmo tutta la imperfezione di codesta istruzione tra noi, e tosto ci ponemmo all'opera per accrescerla e migliorarla, confortati nel compito assuntoci dall'ausilio di tutti gli onesti di tutti i partiti, che tra queste mura combattono tra loro battaglie vigorose di pensiero, non sempre sterili, per il miglioramento costante del benessere comune.
L'odierna festa è prova che tutti plaudimmo alla provvida legge che rende obbligatoria l'istruzione elementare; è prova pure che noi comprendemmo tutta l'utilità del saggio provvedimento, tendente a sottrarre alla ignoranza e alla superstizione la mente e l'anima de' figli nostri.
Ma perchè fu pure nostro convincimento essere impossibile fare un cittadino attivo dell'uomo che a nove anni sia uscito dalla scuola, noi volemmo imporci un sacrificio maggiore, affinchè nel costruendo edificio potesse trovare adeguata e degna sede anche la scuola superiore, affinchè i nostri figli, quivi raccolti, fanciulli incoscienti, ne escano giovani maturi per affrontare se-