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Capìtolo terzo
gno dei celesti favori. E qui faccio plauso, riverente e sincero, all'una e all'altra festa di ieri e di oggi : feste del lavoro, dell'industria, del commercio; e, dirò di più, della fratellanza universale. Rendo omaggio alle Maestà Vostre e porgo il mio ossequio agli illustri Signori, che Vi fanno corona, pieno di ammirazione e di gratitudine, particolarmente per la illuminata e generosa costanza di quelli che seppero preparare si lieti avvenimenti. Ma sopratutto un voto mi esce spontaneo e sincero dal cuore e dal labbro, ed è che anche nel tempo avvenire, quanti per questo luogo giungeranno alla metropoli lombarda, nulla abbiano a portarvi, che non sia giusto e buono; e quanti da qui ritorneranno alle loro regioni, possano narrare non solo del benessere materiale e della tradizionale ospitalità di Milano, ma anche di quelle virtù cristiane e civili, indispensabili a conservare veramente grandi e degne di onore, una città ed una nazione.
Milano, più volte ormai ha accolto rispettosa e plaudente, le Vostre Maestà ed in un breve giro di mesi, intenerita Vi accolse reduci da viaggi pietosi: Da questo luogo ancora, e per lunga età, Vi rivegga entrare nelle sue vie Milano, riverente e festosa.
Il principe degli Apostoli tracciò brevemente la vita onesta e virtuosa, dicendo : Omnes honorate, fraterni-tatem diligite. Deum tiviete, Regem honorìfìcate! Avvenga ognora che chiunque avrà veduta e conosciuta Milano, abbia a dire: Lode a Milano per i suoi incessanti progressi nell'industria, nelle scienze, nelle lettere e nelle arti : ma più ancora lode a Milano che so-vratutto sa mantenere fedelmente il programma del vivere virtuoso ed onesto, che dà i frutti giocondi della tranquillità e della pace. « Rispettate tutti, amate la fratellanza, temete il Signore, rendete onore al Re»,