Discorsi commemorativi
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È, dunque, interpretando il vostro sentimento che vi sprono a vendicare i nostri poveri morti.
Io ringrazio i rappresentanti dei reggimenti qui convenuti, quelli specialmente che combatterono al nostro lato nella giornata del 23 ottobre. Ed ora ci sia concesso, coll'aiuto dei nostri valorosi compagni, avanzare a vendicare i nostri morti. I miei bersaglieri questo chiedono come una grazia: allora avremo compiuto
intiero il nostro dovere.
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Parole pronunziate da un prelato nella commemorazione religiosa dei fratelli d'arme periti in guerra iv1).
Signori ufficiali e soldati, fratelli e figliuoli miei.
L'austera maestà del Sacro Rito, le preghiere, i cantici e le flebili armonie che or ora echeggiavano sotto queste vòlte auguste : la vista di queste armi, di questi trofei militari ci riempiono l'anima di una mestizia profonda ed indefinibile, e più che a parlare ci invitano a meditare in silenzio. Eppure un assoluto silenzio ora, in
(') Queste nobilissime parole furono dette da S. E. Monsignor Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona, nell'Ufficio funebre celebrato nella Cattedrale cremonese il 19 febbraio 1887 in suffragio dei caduti a Dogali e a Saati.
Mons. Geremia Bonomelli è noto come insigne oratore sacro e come scrittore, politico e religioso. Ma è pur noto e beneamato per la santità dell'anima eletta, amante della Patria e diretta tutta ad alleviare miserie e dolori, specialmente dei nostri emigrati ed emigranti. L'associazione di tutela per codesti nostri sventurati fratelli porta il nome del venerando prelato che le arreca aiuto nel soccorrere i fratelli.
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