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Capětolo terzo
fronte rivolte al nemico, su queste trincee bagnate del nostro sangue generoso io, vostro colonnello, incido il vostro nome glorioso nella storia immortale del reggimento e qui, oggi, vi consacro prodi e valorosi.
Di un colonnello per commemorare i suoi soldati morti da valorosi sul campo di battaglia (').
Il sacerdote vi ha parlato di religione, ha fatto balenare innanzi a voi l'idea della pace, del perdono. Io, come soldato, dirň la parola del dovere. Ed io so che, come la sento io, la sentite tutti voi, miei bersaglieri.
« Il comune dovere č quello di vendicare i nostri morti », voi avete scritto: « vegliate fratelli, ci dicono i morti », e « in armi per l'Italia e per le madri nostre », e « noi caduti nel giorno tragico del tradimento vendicate ».
Altre epigrafi, stese con rozza mano e tremante, ma con cuore saldo, ho letto sulle case del tradimento.
poli, un'orda di arabi, istigati e guidati da ufficiali turchi, colsero per tradimento alle spalle i nostri soldati, specialmente dell'S4 reggimento fucilieri e i cavalleggeri di Lodi, e decimarono le schiere di quei gagliardi, i quali poco prima avevano diviso il loro rancio con i traditori affamati. 11 i di novembre le vittime di tanta fellonia furono commemorati dai compagni, ed in codesta occasione il colonnello Spinelli pronunciň le parole riferite, degne di un gran cuore di soldato italiano.
(') Il 23 novembre 1911 il valoroso colonnello Gustavo Fara, comandante l'eroico un reggimento bersaglieri, diceva queste parole commemorando i caduti del 23 ottobre, giorno del tradimento arabo a Tripoli.
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