Discorsi commemorativi
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vina; a schiere, da ambo le parti, cadono i prodi, e infine Magenta, alle otto di sera, è conquistata.
Il Maresciallo austriaco, a cui l'apparire dei Piemontesi all'estrema sua destra fa sentire il pericolo d'essere tagliato fuori dalla via di Milano s'egli persiste a rimanere in Magenta, abbandona una posizione che avea così tenacemente difesa, e che era intrisa del sangue dei soldati nemici non meno che dei suoi. La fortuna, dopo di essere rimasta sospesa per tutta la giornata, piegò da una parte. Tre distinti episodi della lotta gigantesca ; la resistenza ostinata della Guardia e del Canrobert sulla fronte e sul fianco, a Ponte Nuovo e a Ponte Vecchio ; il movimento convergente del Corpo d'armata di Mac-Mahon sopra Magenta ; l'arrivo del Fanti sul campo di battaglia : confluirono al risultato finale, e la giornata finì con la completa vittoria delle armi francesi.
La vittoria di Magenta è uno di quegli avvenimenti che rimangono nella storia come un punto fisso da cui s'inaugura un nuovo periodo di movimento e di progresso umano; con cui si chiude tutto un mondo di abitudini, d'idee, di tendenze; da cui l'umanità esce rinnovata di spirito e di forze, per riprendere, con nuova lena, la sua carriera verso un lontano ideale al quale si sente irresistibilmente attuata. La vittoria di Magenta fu la vittoria del principio delle nazionalità. L'imperatore Napoleone voleva distribuire l'Europa in grandi gruppi di nazionalità distinte; volea fare delle nazionalità la base di un completo rimaneggiamento della carta d'Europa. E fu qui, a Magenta, che si attuava per la prima volta quel concetto così fecondo di meravigliosi risultati. Quattro giorni dopo che qui si era combattuto, Vittorio Emanuele e Napoleone III entravano in Milano, in mezzo al giubilo indescrivibile