Elogi funebri
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la tragica fine di Michele Torraca, è pur qualche conforto questo largo consenso di pietà e di stima che si è levato verso di lui da ogni parte d'Italia, da giornali d'ogni regione e d'ogni partito. Sopite, all'improvviso affacciarsi della morte, tutte le diversità di opinioni e di simpatie, è rimasto in rilievo il concorde rispetto di tutti per l'uomo retto e sagace, franco e puro, che è passato attraverso le battaglie e le insidie della politica con una immutata passione di verità e di amor patrio. E al rispetto è congiunto il rimpianto, che vibra sincero in tutte le condoglianze e in tutte le memorie; rimpianto che s'affolla come una moltitudine di echi verso il rimpianto nostro, amaro e grande.
Uomini di governo, compagni di fede, amici e avversari gareggiano nel testimoniare dell'affetto ch'egli s'era acquistato da molti, della stima che s'era meritata da tutti; e alla famiglia, agli ospiti di Alagna, al nostro giornale queste onorevoli e commoventi testimonianze si sono andate affollando.
Nel radunare le prove che ci giungono come un grande tributo al compagno di lavoro e all'amico, ci sembra di recare alla sua spoglia i fiori più belli e le più degne onoranze; ma le parole d'addio, le più calde, le più vibranti, ci tremano tuttavia inespresse nel pianto del cuore (').
(') Il giovedì 23 agosto 1906 Michele Torraca, nato a Pietrapertosa (Potenza) nel 1S40, periva tragicamente tra i dirupi del monte Camera, presso Alagna. In codesta tristissima circostanza il Corriere della Sera, eh' ebbe per molti anni a collaboratore apprezzato il Torraca, stampò brevemente di lui. Codeste parole qui riproduco, perchè a me sembrano un elogio funebre completo in tutte le sue parti, e degno dell'estinto, ch'era una gloria della intellettualità italiana. Il Torraca fu giornalista e uomo politico di valore.