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Capìtolo terzo
degli adolescenti e dei giovani, come quelli che si ritraggono dalla vita prima di compiere, quasi di cominciare, il loro destino, quasi che essi fossero fiori di una sola mattina, o stelle del crepuscolo, o anime passanti in un rapido giorno di tristezza.
La logica di questa specie di fenomeni non me la spiego ; alcuni chiamano questo mistero : « Provvidenza»; altri: «Fato»; ma tutti lo dicono: «imperscrutabile ».
Davanti a questi nomi il pensiero si ribella, retrocede e rimane riluttante nel credere a questa specie di verità incomprensibile, ma reale, perchè ce la dimostra l'esperienza di tutti i giorni.
La filosofia umana di tutti i secoli si dichiara impotente a dare spiegazioni possibili di siffatti avvenimenti.
Ed io non trovo a questo caso che una spiegazione sola, e questa me la dà la filosofia con quelle sue chimere pietose, con quelle varie finzioni poetiche dei divini pensatori greci : « Quelli che muoiono giovani sono i prediletti di Dio ». Accettiamo questa bella frase, come una possibile spiegazione del mistero. E queste sole parole sieno sufficienti, o diletto mio scolaro, poiché tutto quanto potesse sortire dal labbro mio sarebbe vano. Tu hai risolto il problema dell'ignoto, dell'»/ di là; ed ora tu, giovanetto, nella tua bara sei il maestro che tutto sa; ed io il discepolo che tutto ignora.
Di un collega davanti alla salma di un giornalista perito tragicamente.
Fra il dolore profondo che ha prodotto nella sua famiglia, in noi, in quanti lo conoscevano e amavano,
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