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Capitolo terzo
dia, un convivio virile, inneggiante a una associazione che prepara le genti alla lotta cruenta della guerra.
A Voi, signori della Presidenza, e a Voi tutti ascritti alla valente Società svizzera di tiro a segno in questa città italiana, riesca gradito il mio ringraziamento e vi giunga caro il saluto di cameratismo che vi porgo in nome della Società di tiro della patriottica, operosa, ed ospitale mia patria.
I vostri padri, o cittadini di Elvezia, forti e saldi come le forti e salde rocce delle vostre Alpi, da maestri provetti organizzarono in tempi remoti il bellicoso esercitamento del trarre al bersaglio; e siffattamente lo organizzarono da servire di modello alle scuole di tiro di molte Nazioni civili. Di codesto resultato ammirevole nel predisporre, durante le paci, lo spirito e le forze dei cittadini alla difesa della libertà e dei destini della Patria, andatene orgogliosi, poiché è prova come le virtù di un paese piccolo possono assurgere a maestre di grandi popoli.
Di questo legittimo compiacimento si allietano con Voi i figli d'Italia, perchè questa Madre, generosa d'ogni sapere alle genti sino dall'antico, non vi fu seconda nella istituzione del trarre al segno.
Presso di noi tale costumanza si perde nei tempi oscuri del basso medioevo, tempi travagliati e dolorosi per i nostri padri, tempi rossi di sangue vermiglio, ne' quali l'Italia lacerata, sbrandellata da ire di parte e da cupidigie di dominio, combatteva col braccio de' suoi figli per sè e per altri, in paese e fuori; ma pur sempre lottava per la difesa di quelle libertà, che Voi, Svizzeri, ben sapete quanto sieno care e indispensabili pel civile progresso agli uomini di cuore e d'intelletto.
E perciò non vi dorrete, o signori, se io da questa comunanza di priorità nella istituzione del tiro al ber-