Discorsi di ringraziamento
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speranze che esultano in me in quest'ora, mi fingerò, con la virtù trasformatrice del sogno, come un apostolo accolto fra apostoli ad una mistica mensa ideale. E vi dirò: prendete l'anima mia: io ve l'ho donata nell'opera di passione, di dolore e di speranza che la pietà figliale di una nobile donna ha affidato al mio cuore e che voi riceveste con tanta effusione d'amore : come ve l'avevo donata in altro simbolo di inestinguibili affetti cui avevano ispirato. Esse sono veramente sangue del mio sangue e carne della mia carne. E l'amore sincero e alto che le ha create, aiuti e conforti e secondi l'amor vostro, o miei colleghi, o miei fratelli di fede ! E la fiamma che le anime avvivi — e mi sarà data questa grande ricompensa — la fiamma ch'io vedo da tempo brillare negli occhi vostri e dentro l'anima vostra.
Verrà il giorno non lontano in cui questa fiamma da voi alimentata divamperà nel sole a cui Genova tende le marmoree braccia, cinte di verde e d'azzurro, e illuminerà ancora gli spiriti intenti e ansanti nell'avide lotte e consolerà gli spiriti stanchi nella fatica del lavoro.
E d'intorno alle sonanti officine, e saldamente fondati sui baratri scavati dalle Borse, risorgeranno i segni vittoriosi della nostra fede.
E la regale magnificenza di Genova vostra, tra lo sfolgorare delle gemme e dell'oro, s'adornerà ancora del più alto, del più glorioso dei tesori; quello della bellezza ideale.
E questo il mio augurio riconoscente.